IL TESORO D’ORO DI COMO

Un ricco ritrovamento di antiche monete d’oro del valore di 4 milioni di euro è stato protagonista di una scoperta archeologica nella città di Como.

La vicenda

La storia ha inizio il 29 gennaio 2016 quando l’azienda Officine Immobiliari ha acquisito l’ex Teatro Cressoni da Nuova Beverà srl, dando il via a un progetto di ristrutturazione che include il restyling dei muri perimetrali e la creazione di appartamenti privati. È rilevante notare che l’edificio è situato in un’area classificata come “a rischio archeologico”. Pertanto, è stato prescritto che tutte le operazioni di scavo debbano essere condotte sotto la supervisione di un operatore archeologico.

Il valore del tesoro

L’azienda ha affidato i lavori a una società specializzata e il 5 settembre 2018, durante i lavori di ristrutturazione, è emerso un sorprendente tesoro: una brocca in pietra ollare contenente mille monete d’oro risalenti all’epoca romana, tre anelli, una pepita e un lingottino dello stesso materiale.

Gli esperti ritengono che questo tesoro sia stato sepolto nella seconda metà del V secolo d.C. Le prime analisi fanno emergere monete “degli imperatori Onorio, Valentiniano III, Leone Primo, Artemio e Lidio Severo, spiega all’epoca l’esperta di numismatica Grazia Facchinetti.

“Per me questo è un caso più che eccezionale, è epocale, uno di quelli che segna il percorso della storia – afferma l’allora ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’eccezionale ritrovamento – è un messaggio che ci arriva dai nostri antenati“.

Il valore del tesoro è stimato in almeno 4 milioni di euro, ma questa cifra potrebbe anche più che raddoppiare. Attualmente, è in corso un procedimento di arbitraggio per determinare il valore definitivo delle monete.

Lo scontro legale

Meno di tre anni dopo la scoperta, la questione si è trasformata in una questione legale. Il 9 marzo 2021, il Ministero ha stabilito l’importo della ricompensa da versare a Officine Immobiliari per il ritrovamento delle monete, che ammonta a 369.041,36 €, pari al 9,25% del valore stimato di 3,89 milioni di euro.

Officine Immobiliari ha presentato ricorso al Tar, sostenendo che il Codice dei Beni culturali prevede che il riconoscimento ai proprietari dell’immobile o agli scopritori accidentali debba essere pari a un quarto del valore.

Il 30 maggio 2022, il Tribunale amministrativo ha respinto le richieste di Officine Immobiliari, sostenendo che non è mai stato emesso un provvedimento formale di concessione e che non è chiaro a chi debba essere attribuita la paternità del ritrovamento.

Tuttavia, il Consiglio di Stato ha ribaltato questa decisione, riconoscendo che le attività di scavo erano state condotte direttamente dalla proprietà e che il ritrovamento andava attribuito direttamente a Officine Immobiliari come titolare del bene e delle attività in corso.

 

In occasione di questo straordinario ritrovamento d’immenso valore, che potrebbe continuare a crescere, è interessante notare che anche il prezzo dell’oro stesso sta registrando un’ottima performance. Questa settimana, il metallo giallo ha sfiorato i 2.100 dollari l’oncia. Sebbene non tutti abbiano la possibilità di fare una scoperta così straordinaria come quella di Como, è consigliabile ai nostri clienti di considerare la possibilità di creare il proprio tesoro personale investendo in oro.

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A cura dell’Ufficio Stampa di Confinvest GV