L’oro dei nazisti, razzie e recuperi

Impossibile individuare, quanto oro sia stato trafugato tra il 1930 ed il 1945, ad opera del militari di Hitler.

Noi ci soffermeremo solo su alcuni punti,  non ancora messi in chiaro, anche  sotto un profilo storico.

Da quasi ottant’anni dalla caduta di Hitler, si favoleggia ancora sull’immenso tesoro dei Nazisti, che sarebbe stato trafugato e nascosto dalle truppe tedesche  in fuga, alla fine della seconda Guerra Mondiale.

Una parte dell’immenso tesoro è stato ritrovato alla fine del 1945, dalle truppe del Generale Americano Patton, nella località Merkers in Germania.

Si trattò di un recupero di un numero imprecisato di lingotti (si parla di alcune tonnellate), preziosi e valute straniere. L’oro fu scoperto in una miniera, a 420 metri sotto terra. Russi ed Americani riuscirono a rintracciare ben 1600 depositi di preziosi, ma si ritiene che solo il 50% di oro sia stato ritrovato.

Tra concretezza e fantasia fu ipotizzato, negli anni 50, di aver identificato in Polonia anche un tunnel sotterraneo, dove si sarebbe trovato il leggendario treno carico delle ricchezze dei nazisti, ma le ricerche si conclusero senza esito.

Poi gli scavi sotto un Palazzo di Minkowskie,nella Slesia Polacca.

Si presume  che sotto le fondamenta di questo palazzo, oltre a quanto già recuperato, ci siano ancora  decine di tonnellate di oro.

Al centro della perversa vicenda, un diario di un gerarca delle SS denominato “Michaelis”, diario prima posseduto  dagli eredi e poi  custodito negli archivi di una Loggia Massonica Polacca.

Dopo questo ritrovamento e con l’aiuto di  varie mappe, gli sforzi si concentrarono su  un altro  edificio, dove si troverebbero ancora, dopo un ritrovamento importante,  quasi 30 tonnellate del nobile metallo. Il così detto “oro di Breslavia”.

Il Governo Polacco annunciò poi  il ritrovamento di altri vagoni   pieni di oro e preziosi, che erano stati celati in alcune gallerie ferroviarie dismesse, ma  il nucleo principale del grande tesoro, appare ancora oggi scomparso nel nulla.

L’oro della Banca d’Italia

L’oro della Banca d’Italia, fu trafugato?

Quali furono le problematiche delle nostre riserve d’oro nel periodo di controllo delle truppe naziste?

Di fatto le nostre riserve auree passarono  sotto il controllo tedesco e, dopo l’armistizio dell’ 8 settembre del 1943,  vennero trasferite dapprima a Milano e poi a Fortezza (Bolzano). Con l’assenso della Repubblica Sociale Italiana, una parte del nostro oro fu trasferito in Germania,  nel corso del 1944. Dopo la fine del conflitto fummo coinvolti in complesse trattative per il recupero. Rientrammo in possesso, negli anni 50,  di un  quantitativo d’oro pari a 2/3 di quanto trafugato al tempo in Germania. Una restituzione prevista ed ufficializzata da “Il Pool dell’oro” (Organismo creato dagli alleati),  per la restituzione in quota alle nazioni aventi diritto. All’inizio del periodo bellico, Mussolini scelse L’Aquila come deposito delle ingenti riserva d’oro della Banca d’Italia,  in quanto riteneva che l’Aquila offrisse maggiori garanzie di sicurezza, in caso di bombardamenti. L’Aquila era considerata, come luogo, un piano strategico molto rilevante. Addirittura a l’Aquila, nel 1941, venne creato uno stabilimento  per la produzione delle banconote del tempo ed un grande caveau per deposito dell’oro, proveniente dai forzieri di Via Nazionale. Ma questa strategia valse poco ed ignorata di fatto dalle truppe Tedesche.

La realtà Confinvest

Noi di Confinvest, fortunatamente, non abbiamo bisogno d’ingaggiare uno stuolo di 007 per cercare oro o d’ interventi internazionali. Più semplicemente apriamo i nostri forzieri,  che si trovano al sicuro nei caveaux dei più importati Istituti Bancari e vi  troviamo monete e lingotti, sempre a disposizione della nostra Clientela, per forme d’investimento o per preservare il potere d’acquisto, in un periodo  d’inflazione ormai  galoppante.

Anche senza problematiche  belliche,  il nostro potere d’acquisto sta soffrendo e purtroppo sottovalutiamo i rincari delle materie prime, valori e  rialzi  che si ripercuoteranno sui  bilanci familiari.

Si coltiva ancora che l’illusione inflattiva sia un fenomeno transitorio, ma calcoli alla mano evidenziamo, inoltre  in aggiunta negativa,  che già i  depositi bancari hanno  rendimenti negativi. Si parla di una rilevazione Istat del 3% d’inflazione su base annua. Ma siamo certi che non sia maggiore, visto i continui rialzi dei beni di consumo?

Come difenderci? Oltre a garantirci con il canonico e tradizionale mattone, non sempre immediatamente rivendibile, troviamo sempre nell’oro il migliore bene rifugio, per salvaguardare il nostro potere d’acquisto.

L’oro, l’unico bene rifugio trasformabile in denaro, in  un lasso di tempo brevissimo. Dieci minuti?

Oro, sempre oro.  Oro, e solo……sempre Confinvest

 

A cura dell’UFFICIO STAMPA di Confinvest  GV