L’oro è una valuta forte?

La giornata del 1° luglio 2020 ha visto l’oro in dollari infrangere i massimi dal 2011.

Sul COMEX, la borsa merci più importante dove sono scambiati i contratti future dell’oro, ha fatto registrare sulla scadenza di agosto 2020 un massimo di giornata a 1.806 dollari l’oncia. Non accadeva dal lontano 2011, anno in cui fece registrare i massimi storici assoluti.

Come evidenzia il grafico, la figura in formazione è molto bella, una grande coppa che per i puristi dell’analisi tecnica potrebbe essere qualcosa che premette un futuro dorato per chi è long sul metallo giallo.

Le motivazioni alla base dell’attuale trend al rialzo dell’oro in dollari, ricordiamo che in Euro ha già fatto registrare sin dallo scorso anno continui massimi storici, è dovuta principalmente alle politiche monetarie in atto da parte delle Banche Centrali. Per far fronte all’emergenza economico-finanziaria legata al COVID, la FED ha incrementato la base monetaria cd. M1, del 25% in circa 3 mesi. Un evento mai accaduto prima.

Si tratta dei massimi storici dal 2012, anno in cui si è verificato il precedente bull market di questo asset fisico. Nello scorso trimestre, il metallo ha registrato un aumento del 12%.

Secondo quanto riportato dal celebre blog ZeroHedge, negli ultimi tre mesi il gold è stato scambiato sul mercato spot in un intervallo di valori di pricing compreso tra 1.685,00 Dollari l’oncia e 1.790,00 Dollari l’oncia.

Alla rottura della barriera psicologica dei 1.800,00 dollari si aggiunge una seconda importante notizia.

Nella giornata di martedì 30 giugno, secondo quanto riportato dalla sezione L’Economia del Corriere, il Ministero del Petrolio e delle Risorse Minerarie in Egitto ha comunicato la scoperta di un giacimento d’oro nel deserto orientale egiziano, nella regione di competenza della Shalateen Mineral Resources Company, per un totale di circa 28 tonnellate di risorse.

Quali potrebbero essere gli effetti di una simile scoperta sul mercato dell’oro fisico? Praticamente nulla!

Considerato che, secondo quanto riportato dal World Gold Council, il totale complessivo di riserve auree al di sotto del manto terrestre sono quantificate in circa 197.000 tonnellate, questa scoperta è traducibile in termini di inflazione del metallo, qualora per ipotesi estrema si riesca a minare in un solo anno tutto questo nuovo giacimento, in una percentuale dello 0,014%. Una variazione irrisoria.

Quanto è importante per un asset considerabile come surrogato del denaro questa caratteristica di non inflazionabilità?

E quanto è strategica questa caratteristica, specialmente se comparata alla fiat money in un momento storico in cui il gestore della base monetaria sta adottando politiche non convenzionali?

Come suggeriscono gli analisti di ZeroHedge:

Le banche centrali, con le loro politiche di stampa, stanno velatamente sostenendo l’oro.

In funzione di questo nuovo status quo, l’investitore e il risparmiatore come decideranno di effettuare le loro future scelte?

La volatilità dei prezzi è cresciuta molto, la gestione di entrate ed uscite da questa asset class monetaria è quindi necessario effettuarla progressivamente al fine di non risentire troppo degli effetti di uno sbaglio di timing.

 

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