Undici anni dalla crisi: Gold is still the King.

Cosa possiamo imparare dalla crisi iniziata nel 2008?

La quotazione del metallo giallo è aumentata considerevolmente rispetto al 11 settembre 2008. Il primo rally dell’oro raggiunse il picco intorno a settembre del 2011 quando i mercati finanziari iniziarono a recuperare la fiducia persa nel 2008.

Successivamente al raggiungimento dell’apice possiamo affermare che le quotazioni dell’oro sono passate da una fase “bull” ad una fase “bear” fino ad arrivare ad una fase attuale di tendenza laterale (ossia che le quotazioni tendono a muoversi all’interno di un canale di prezzi definito).

I mesi prima e dopo il “Chapter 11”

Il termine “Chapter 11” deriva dalla norma statunitense relativa al fallimento in cui una società negli Stati Uniti non è in grado di onorare i suoi debiti, quest’ultima o i suoi creditori possono chiedere ad una corte federale la protezione ed il pagamento dei debiti ed avviene seguendo un ordine di priorità, prima i creditori garantiti poi dipendenti e fornitori ed infine tutti gli altri.

La fibrillazione delle quotazioni è iniziata nella seconda metà del 2007 quando il mercato iniziò a scontare le notizie dei primi dissesti finanziari.

Quando la FED decise di salvare Bear Stearns nel marzo del 2008 i mercati pensarono che qualsiasi dissesto sarebbe stato recuperabile (od almeno coperto dalla FED). L’oro subì una rapida caduta da quota 648 a circa 527 euro per oncia.

Solamente dopo la bancarotta di Lehman Brothers il prezzo dell’oro raggiunse i 680 euro all’oncia per poi precipitare a quota 584 euro all’oncia il 24 Ottobre 2008.

Il principale motivo di questo strano ritracciamento dei prezzi (quotazioni dell’oro che precipitano in piena crisi) fu il bisogno di liquidità.

Con il fallimento di Lehman Brothers tutti i partecipanti al mercato ebbero bisogno di liquidità e così iniziarono a vendere oro per pagare debiti denominati in dollari (Il prezzo dell’oro sale solamente quando l’effetto della svendita di oro inizia a dissiparsi).

Successivamente allo scandalo Lehman Brothers il prezzo dell’oro iniziò un rally rialzista fino a raggiungere l’apice storico di 1378,30 € all’oncia.

È probabile che questo “ritracciamento” si ripeta?

Quando scoppierà la prossima crisi, causata dalla cosiddetta Everything Bubble, il prezzo dell’oro potrebbe anche non subire le stessa oscillazioni verificatesi 11 anni fà. Ad oggi quasi tutte le banche a rilevanza sistemica (Deutsche Bank, Goldman Sachs, JPMorgan ed HSBC) hanno ampliato l’elenco delle garanzie ammissibili.

Detto questo, bisogna prendere in considerazione anche le posizioni fiscali di tutti gli stati sovrani. Il debito pubblico di Stati Uniti e delle principali nazioni del vecchio continente è aumentato esponenzialmente rispetto al 2008.

Pertanto, quando la prossima crisi colpirà, i deficit di bilancio si gonfieranno, aumentando il già alto debito pubblico con il conseguente effetto negativo per il dollaro e positivo per i prezzo dell’oro.

Il dollaro potrebbe avviarsi per la sua ultima tappa verso l’oblio che alla fine porterà a rendimenti iperinflazionistici.

Nessuna banconota potrà mai fare ciò che è sempre riuscito al metallo preziosoÈ pietoso come gli imperatori, i re e i banchieri centrali abbiano tutti, quando le casse del governo erano vuote, ricorso a creare denaro fiduciario che per definizione è sempre senza valore.

[…]

Ma proprio come nessuno ha osato sottolineare che l’imperatore era nudo, nessuno oggi osa dire o capire che  l’intero sistema finanziario poggia su un fondamento del nulla. Paul Krugman (Premio Nobel per l’Economia 2008)

 

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