Dopo 15 anni, tra formiche e cicale

Dopo “la bala de veder” di Morgana Pitoni ed 1,2 trilioni di carta che la BCE stamperà, vogliamo con questo report fare invece un salto di 15 anni, all’indietro.

Parametriamo i poteri di acquisto e gli investimenti, analizzando, in raffronto carta, ovvero la Lira nel 2000 e l’Euro di oggi con l’oro.

La forza dell’oro, come investimento, negli ultimi 15 anni potrete nel proseguo ben evidenziarla.

Prendiamo un pensionato o lavoratore che nel non lontano anno 2000 avevano una pensione o uno stipendio di circa 3 milioni di lire.

Erano considerati benestanti.

Oggi raffrontiamo i 3 milioni di lire del 2000 con circa 1.500 Euro del 2015; …possiamo definirli ancora benestanti?

Sempre come esempio, immaginiamo un loro investimento nel 2000 di circa 15 milioni di lire ( oggi circa7.750 euro).

Qualora avessero investito tale importo in un titolo di stato, ammettiamo un BTP emesso nel 2000 con durata 30 anni, ora cosa si troverebbero?

Abbiamo verificato che il BTP emesso nel 2000 aveva un cedola di circa il 6,3%, oggi quota 151 Euro, quindi con trasformazione di 7.750 euro, si avrebbe oggi, contando anche le cedole incassate, circa 18.700 Euro.

Un guadagno di circa il 141% in 15 anni.

Prospettiamo ora un investimento all’epoca in oro fisico (al posto del titolo di Stato).

Se avessero ascoltato “i consigli di Confinvest nel 2000”, con 15 milioni di lire, avrebbero comprato circa 27,6 once (circa 858.4 grammi) in oro fisico al titolo 999.9/1.000.

Oggi queste once valgono 31.850 euro (…contro i 18.700 euro dell’investimento in Titoli di Stato).

Un bel +311% in 15 anni senza rischio di default. I dati ISTAT dicono che il potere d’acquisto della popolazione in 15 anni abbia perso circa il 40%

I 1.500 Euro di allora dovrebbero corrispondere ad almeno 2.100 euro di oggi per permettere lo stesso potere d’acquisto al pensionato o al lavoratore. Teorema, per permettere di comprare le stesse cose ed avere lo stesso stile di vita.

Però alcune considerazioni.

Chi aveva nel 2000 uno stipendio o una pensione di 3.000.000 in lire non crediamo che oggi con 1.500 euro ( o 2.100 teorico), abbia lo stesso tenore di vita.

 

Ergo, i dati statistici sono da prendere sempre con le pinze, in particolare quando si parla di inflazione.

 

Pensiamo al costo di una casa, di un affitto, di un biglietto del tram, del costo di un auto e della benzina, sono saliti in 15 anni del solo 40%?

 

No di certo. Parliamo di beni necessari…non solo di consumi.

Chi avesse al tempo investito in oro non solo avrebbe protetto il suo potere d’acquisto ma avrebbe aumentato le sue possibilità di avere una migliore qualità della vita molto di più che investendo nel sicurissimo (siamo sicuri?) titolo di stato.

 

Dati e conti alla mano, riteniamo che mai alcun risparmiatore abbia perso denaro con un investimento a medio termine in oro fisico .

 

Noi suggerivamo investimenti in oro fisico non solo nel 2000, ma dal lontano 1983.

 

Meglio vendere un bond prestando così i soldi alla Banca che vendere moneta onesta (oro) evitando così al risparmiatore di essere punito dall’inflazione e punito da un ipotetico rischio di default del sistema bancario. L’oro quindi non piace al sistema, il sistema del debito, l’oro salva le formiche risparmiatrici e punisce le cicale debitrici. Oggi con i tassi negativi invece le formiche sono punite per aver risparmiato denaro guadagnato con fatica e dedizione al lavoro, mentre le cicale ringraziano, le loro spese folli ed il loro stato d’insolvenza viene aiutato dalle politiche monetarie che sono state avallate dagli stessi Stati che sono delle………cicale giganti!

Chi chiede un aumento delle tasse sui risparmi e sui patrimoni dovrebbe chiedersi come quei patrimoni (anche solo 10.000 Euro) si sono accumulati: con fatica, sudore e portando via tempo agli affetti ed al sonno.

Le cicale si sono cullate i loro interessi, rilassate, non si sono fate mancare nulla….ed ora bussano alla porta di chi invece porta il segno dei sacrifici, per chiederne ancora di più.

Oltre ai nostri problemi quotidiani ci dobbiamo occupare e preoccupare anche dell’attuale situazione Europea.

La Banca Centrale Europea non intende più negoziare il debito greco, ovvero non accetterà più titoli di stato ellenici finchè non si avranno certezze sul rispetto dei patti con i creditori. Problematiche che terrorizzano, tra la rigidità della BCE e le spensierate gestioni greche degli ultimi anni. La BCE spinge all’angolo la Grecia, che rischia l’uscita dalla zona Euro. Alexis Tsipras ha vinto le elezioni contestando le misure di austerità imposte dalla Bce, mentre Angela Merkel ha garantito al suo elettorato di far rispettare i vincoli Ue di bilancio ai paesi mediterranei. Una lotta impari. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha chiuso con le richieste greche di ottenere alcuni mesi prima di ufficializzare il fallimento nazionale con un: “ nessuno al difuori della Grecia può essere ritenuto responsabile per i problemi del paese”. Nessuna rinegoziazione del debito. Sicuramente noi in Italia non siamo nelle condizioni della Grecia. Non ci hanno (ancora) imposto rilevanti sacrifici, non abbiamo tagliato la spesa sanitaria o drasticamente le pensioni, ma se vogliamo salvare il progetto europeo dobbiamo misurarci e valutare la realtà greca, capirne le motivazioni ed i suoi errori. La politica di estrema rigidità imposta da Bruxelles, vedesi Berlino, ha portato ovviamente al potere in Grecia politiche anti europa, con risvolti sociali molto preoccupanti, che potrebbero coinvolgere “ad effetto domino” altri paesi comunitari. Italia compresa?

Tsipraz non vuole rinnovare gli impegni con la troika (vedesi sempre Berlino), chiede un prestito ponte da adottare alla scadenza dei crediti, per poi presentare un piano di rientro alternativo. Missione quasi impossibile, in quanto la Grecia non può dare alcuna garanzia di solvibilità nel prossimo futuro. Probabile a breve un compromesso, ovvero qualche miliardo di Euro dalla BCE con giustificati di solidarietà, ma dopo una forse inevitabile catastrofe. Tsipraz accusa la UE di aver impoverito milioni di greci per aver aiutato le Banche Tedesche e di altri Paesi, esposte nei confronti della Grecia.

Se la Grecia non ritornerà nei ranghi in breve tempo (….Lourdes non è poi tanto lontana), tutto l’impero BCE ne potrebbe risentire e si potrebbe innescare il temuto “Grexit”, ovvero una ridiscussione dell’idea Europa. In ogni nazione Europea, in difficoltà, potrebbe nascere un Tsipras. Podemos in Spagna, Fronte Nazionale in Francia e un …. Salvini in Italia.

D’accordo, ritornare alla lira o alla dracma sarebbe una sciagura, ma continuare con queste politiche di sola austerità non ci porterà lontano.

Comunque capibile la corsa al bene rifugio d’eccellenza, ovvero l’oro fisico, da parte della popolazione greca, dopo aver svuotato i propri conti correnti bancari.

 

La dimostrazione di uno scenario molto preoccupante sta nel fatto che le Banche Centrali dal 2009 non hanno più venduto parte dell’oro fisico che hanno nei depositi.

Quando finiranno questi tempi cupi?

Parliamo allora di oro. Sul mercato internazionale intanto è iniziato a serpeggiare il timore di carenza del metallo. Investimenti, alla ricerca di una difesa per il loro potere d’acquisto e rilevanti acquisti da parte della Cina, Russia, India ,ecc., ne sono le conseguenze. A favorire la corsa dell’oro, secondo gli analisti, non sarà tanto la domanda dell’industria della gioielleria, ma il crescente interesse degli istituzionali (fondi, etf, ecc.) per uno strumento al riparo dalla volatilità che stanno invece esprimendo gli altri mercati.

Prossimo futuro? Incominciamo dalle quotazioni dell’oro, attualmente poco trasparenti. Per esempio l’abbandono del vecchio fixing (quotazioni giornaliere delle quotazioni dell’oro) è ormai cominciato. Da tempo noi di Confinvest contestiamo e presumiamo manipolazioni (vedesi anche le numerose multe inflitte e le azioni giudiziarie in atto alle strutture responsabili attuali).

Dopo quasi 100 anni si passerà ad un sistema di aste elettronico, più logico rispetto al meccanismo in vigore dagli anni 20 del secolo scorso, che permetteva ad un piccolo gruppo di banche di stabilirne le quotazioni.

Il nuovo benchmark, l’Lbma Goldi Price, sarà frutto di un’asta elettronica, con ordini bid e ask visibili da tutti ed in tempo reale (aggiornati ogni 30 secondi).

Il nuovo procedimento è incoraggiato da diverse Banche internazionali che hanno manifestato (… era ora) grande attenzione all’iniziativa e quindi all’oro: “L’interesse è molto positivo e darà luogo ad un pool diversificato di partecipanti, comprese alcune Banche cinesi” :Parole di Ruth Crowell, ceo del’Lbma.

Però La Financial Conduct Autority non ha ancora definito le linee guida in base alle quali dal 1° aprile assumerà la vigilanza del Gold Price. Probabili processi di raffreddamento in atto da parte di alcuni Grandi Istituti Bancari internazionali, Banche Centrali comprese.

Cosa potrebbe succedere? Secondo noi il libero mercato o meglio le leggi di mercato, potrebbero far salire le quotazioni dell’oro a valori impensabili.

Staremo a vedere.

Non vorremmo però che tra 15 anni i lettori di questo report esclamassero:

”…ah, se avessimo dato ascolto a Confinvest nel 2015!”