MORGANA PITONI …e l’Euro

C ‘è stato consigliato di essere meno cruenti nei nostri report.

Cercheremo oggi……di sdrammatizzare.

Chi è Morgana Pitoni? E una cartomante descritta e cantata in musica da un noto artista milanese, Eugenio Borghi.

“Morgana Pitoni, per chi ci vuol credere, le v’una che la leg el destin de la gent nella bala de veder, le basta la cart d’identità, la leg, la rileg, la consulta la bala e te dis la tua età; chissà come la fa!“

Noi, Confinvest, non abbiamo la “bala de veder” e non abbiamo il fluido astrale di Morgana, ma ci avventuriamo in previsioni della nostra economia per il prossimo futuro, dopo le iniziative della BCE e dei risultati delle elezioni in Grecia.

La BCE con Draghi ha dichiarato che stamperà circa 1,2 TRILIONI di Euro via QE (Quantitative- easing). Questa mossa di Draghi cosa comporta? Il Governatore della BCE ha tanto insistito sul fatto che non mutualizzeranno le perdite associate agli acquisti dei titoli di Stato che il QE comporta. Cosa vuol dire? A nostro avviso è un primo sintomo che qualcosa si sta rompendo. Ogni Banca Centrale Nazionale si assumerà il rischio di default del suo Stato. Questo vuol dire che la BCE ha ben presente quello che sta accadendo, ossia un elevato rischio di rottura dell’Euro. Ma prima che ciò accada, ciascuno Stato dovrà assumersi i rischi conseguenti ad un tale accadimento e la prima mossa è spostare dai creditori internazionali a quelli nazionali il rischio. Guardate il QE cosa presuppone e troverete la risposta. Le singole Banche Centrali Nazionali saranno controparte degli acquisti per un 80% del totale dei titoli di Stato dei propri Paesi. I cittadini della zona euro hanno risposto (prevedibilmente) convertendo la loro non garantita, finta pronta ad essere – massivamente svaluta – valuta di carta (euro) in qualcosa di tangibile.

Stanno chiedendo oro, in maniera drammatica.

La fase successiva a questo perverso fenomeno inizierà quando un numero sufficiente di valute si gonfieranno fino a far capire alla gente che il problema non è solo relativo a specifiche forme di moneta dei governi, nazionali, continentali, ma con la stessa idea di moneta fiat (a valore legale).

Per essere più espliciti, addentriamoci ora nella “ finanza di carta”.

Si supponga che un paese possieda risorse (materiali, lavoro e conoscenze) potenzialmente capaci di creare un ponte o una rete informatica evoluta, che non vengono utilizzate perché “non ci sono soldi” per pagarle e metterle a frutto.

Allora, in una situazione virtuosa lo Stato emette moneta (….stampa banconote) grazie alla quale il ponte viene realizzato, la rete informatica completata; la moneta, che era stata creata dal nulla, trova ora la sua valorizzazione nel bene che è stato creato e che prima non c’era.

Nel bilancio dello Stato ci sarà il ponte o la rete (in Dare, nella sezione sinistra del bilancio) e la moneta (in Avere, nella sezione destra) in base alla logica semplice ma implacabile della partita doppia.

La logica è formalmente rispettata anche se la moneta (che è carta) viene utilizzata per comprare altra “carta”, come da esempio per attività finanziarie. Quale è la differenza rispetto all’esempio precedente? Formalmente nessuna (il Dare è sempre uguale all’Avere) ma nel primo caso sono stati creati beni reali, ossia ricchezza, nel secondo caso non si è prodotto nulla, solo castelli di carta.

Il “quantitative easing” di Draghi, ….il Re del castello di carte, è molto vicino al secondo esempio.

Viene stampata carta destinata all’acquisto di altra carta (attività finanziarie); il tutto comporterà una svalutazione della moneta e benefici limitati (o quasi nulli) per il bilancio della Stato, mentre le montagne, sempre di carta, nasconderanno colossali trasferimenti di ricchezza a danno delle categorie produttive.

Sicuramente problematiche per le Banche Italiane che detengono oltre 400 miliardi di titoli di Stato Italiani; saranno disposti a venderli alla Bce per impiegare altrove la liquidità ricevuta in contropartita?

Sarà difficile per le Banche italiane rinunciare ai rendimenti che questi titoli, che di fatto contribuiscono ad alzare la loro redditività (recupereranno però le plus valenze).

Il “quantitative easing” (QE) è uno strumento sicuramente non convenzionale della politica monetaria con cui la Bce, non potendo più servirsi dell’arma dei tassi d’interesse (già prossimi allo zero) tenta di rilanciare l’Economia Europea, incoraggiando prestiti ed investimenti.

Un estremo tentativo di scongiurare la deflazione e far risalire le aspettative d’inflazione.

Il Giappone però con queste manovre dopo due decenni ha tratto poco giovamento.

Questa manovra di Draghi basterà ad assicurare un futuro all’Euro?

Da tener presente le dinamiche Grecia dopo la vittoria di Tsipras.

Nuvole dense sul futuro della “troika” (Fondo Monetario Internazionale-Banca Centrale Europea-Commissione Europea), che negli ultimi anni insieme hanno condotto e guidato le operazioni di salvataggio degli Stati Europei travolti dalla crisi finanziaria, imponendo ricette di risanamento ed austerità.

“Bocciati a Giugno, neanche rimandati a Settembre!”

Tsipras, non certo pro Euro, è andato al Governo promettendo la fine delle politiche di austerity.

Questo comporterà sicuramente un aumento del deficit ed un potenziale rischio che non rispettino gli accordi con la Troika e l’Unione Europea. Probabile rottura?

Ricordiamoci che un ritorno alla Lira o alla Dracma comporterebbe un vero e proprio massacro per i risparmiatori. Vedrebbero i propri risparmi perdere massicciamente potere d’acquisto all’improvviso.

L’esempio della Russia nei mesi scorsi è emblematico. Ed ora i cittadini della zona cosa stanno facendo di fronte a questi accanimenti? I cittadini Europei hanno risposto (prevedibilmente) convertendo la loro non garantita, finta, pronta ad essere massivamente svalutata, valuta di carta (Euro ovvero futura Drama o Lira o Euro – Sud Europa) in qualcosa di tangibile.

Stanno chiedendo oro (monete e lingotti fisici). Se si guarda il grafico dell’oro in Euro dai 943 Euro all’oncia di metà dicembre ai 1.160 Euro di venerdì scorso, si nota che il caro denaro non inflazionabile (l’oro) ha fatto in Euro quasi il 25% in un mese. Circa 1.300 Dollari all’oncia attuali.

Da molto tempo lo ripetiamo; adesso la tocchiamo con mano. La svalutazione che sta avvenendo nelle monete di carta sta riportando l’oro a prendere la sua funzione: preservazione del risparmio e quindi conservazione del potere d’acquisto.

Tutto questo Morgana Pitoni non l’aveva previsto, scusate…..ma noi di Confinvest, si!

Per finire il nostro indice M.O.M. (medie oro monetato- vedesi le quotazioni “denaro” pubblicate su Il Sole 24ORE) dall’inizio dell’anno è salito oggi al 12,71. Nessun strumento finanziario ha ottenuto simili risultati.

Abbiamo sdrammatizzato?…scusate, ma mica tanto!

Se condividete queste nostre riflessioni, siate cortesi, inoltrate questa comunicazione a vostri amici e conoscenti

…ad inoltrarla a Morgana Pitoni ci pensiamo noi!