LA CORSA ALL’ORO

Un fenomeno particolare che ha visto gli Stati Uniti come principali protagonisti, ma che si è poi diffuso in tutto il mondo.

Sono molti i cercatori che hanno abbandonato tutto quello che avevano per trovare fortuna nell’oro.

Un fenomeno particolare

L’espressione “corsa all’oro” indica un momento di forte migrazione della popolazione in luoghi di scoperta di grandi quantità d’oro. Questo fenomeno si concentrò principalmente negli Stati Uniti, diventando parte della storia della cultura americana del XIX secolo.

I principali motivi che portarono migliaia di lavoratori a spostarsi alla ricerca dell’oro, era il malcontento sociale, una rete di comunicazione migliorata con conseguente maggior diffusione delle notizie ed un sistema monetario legato all’oro.

Ovviamente non tutti quelli che iniziavano la spedizione, riuscivano a portarla a termine. Alcuni abbandonavano prima e molti altri la concludevano senza un vero e proprio guadagno. Anche perché la vita dei minatori era molto difficile, lavoravano duramente tutto il giorno in condizioni di vite al limite. Molti minatori morivano di malnutrizione, malattie o ipotermia.

Dal punto di vista demografico, la corsa all’oro generò l’inserimento di molti coloni negli Stati Uniti che popolarono zone fino a prima quasi vuote. Si creavano vere e proprie città con tutti i servizi necessari, tendenzialmente pagati con pagliuzze d’oro. Quando i minatori si trasferivano stabilmente nella zona, venivano raggiunti dalle donne che aumentavano ulteriormente la vita della città. Al momento della fine della ricerca d’oro, tali città morivano con la stessa velocità con cui erano nate, diventando città fantasma.

Oltre agli Stati Uniti, altre zone interessate nel corso della storia sono state: Russia, Canada, Australia, Otago, Transvaal, Terra del Fuoco e anche la nostra Italia.

La più grande corsa all’oro della storia

Una delle corse all’oro più conosciute della storia, è stata senz’altro la corsa all’oro del Klondike, nel Canada nord-occidentale e Yukon, tra Canada ed Alaska. Furono trovati circa 400.000 kg d’oro nel fiume Klondike.

La scoperta avvenne il 16 agosto 1896 da parte di tre persone, delle quali viene oggi ufficialmente riconosciuto George Carmack, nativo della California. La notizia si diffuse in breve tempo e il luogo della scoperta venne rinominato Fosso di Bonanza. In questa zona si recarono circa 40.000 abitanti da diverse parti del mondo e di diversi ceti sociali. La maggior parte di loro sbarcava a Skagway, in Alaska, per poi arrivare a Dawson City, che in breve tempo si trasformò in una ridente cittadina di 30.000 abitanti.

Dei numerosi lavoratori, solo quattromila trovarono dell’oro, e comunque meno di mille ne reperirono a sufficienza da considerare l’avventura riuscita. In tre anni fu trovato quasi tutto l’oro che quelle zone nascondevano, rendendo la ricerca troppo difficile. La scoperta di nuove zone fertili in Canada e Alaska, svuotarono la città di Dawson City molto rapidamente.

Alcune curiosità

Il fenomeno della corsa all’oro ispirò diversi settori culturali. Molte canzoni della musica country raccontano di storie della corsa all’oro, in particolare la famosa “Oh Susanna!” era l’inno dei cercatori d’oro.

Anche diversi scrittori ripresero i racconti dei cercatori d’oro, da Jack London con “Il richiamo della foresta” e “Zanna Bianca” al poeta Robert William Service, che in molte sue poesie descrisse la lotta per la sopravvivenza nel nord, fino al giornalista Pierre Berton, che raccolse le testimonianze degli ex minatori nel libro “Klondike”. Tra le storie non possiamo non citare quella di Zio Paperone, che a Klondike guadagnò il suo primo milione di dollari e non solo, trovò anche il suo amore Doretta Doremì, che poi perse, a causa della sua eccessiva avidità.

Infine il mondo del cinema racconta del fenomeno con il celebre film di Charlie Chaplin, “The Gold Rush” (“La febbre dell’oro”), che vede come protagonisti due cercatori d’oro. Venne poi prodotta anche una serie TV per Discovery Channel, sempre chiamata “The Gold Rush”.

 

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