L’oro dei pirati – commistioni e poteri

Tutto il famoso, ma perverso periodo, dei pirati nelle acque dell’America centrale e meridionale, iniziò a seguito della spedizione di Cristoforo Colombo nel 1492.

Ovviamente  furono gli Spagnoli all’inizio del XVi secolo a fondare colonie, ma nel contempo iniziarono a  depredare la popolazione che ci abitava in precedenza, in particolar modo nei paesi Caraibici.

Questi fenomeni ebbero inizio intorno agli anni 1550 e terminarono non prima del 1740.

Lo sviluppo della pirateria derivò dal fatto che in quegli anni  le acque di quella zona erano solcate da un numero molto elevato di vascelli, che trasportavano  merci e preziosi, derivanti da operazioni di predazioni contro gli abitanti indigeni.

In quei tempi il mar dei Caraibi vide  fiorire un mercato o meglio dinamiche piratesche basate sui furti ed omicidi.

Il nuovo mondo

Con la scoperta del “nuovo Mondo”, si erano aperte infinite possibilità di conquiste, ma i soli, in assoluto, a poterne usufruire furono gli Spagnoli ed i Portoghesi. Le terre conquistate vennero spartite  e proprio il Re di Spagna Filippo II, che regnò fino all’anno 1598, vietò   la commercializzazione con le proprie colonie, imponendo prezzi esorbitanti.

Di fatto, risulta storicamente che il magnifico soffitto dorato della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, sia dono di Isabella di Castiglia, moglie di Ferdinando II, utilizzando proprio  l’oro portato in Spagna da Cristoforo Colombo.

Gli Spagnoli con le loro decisioni di creare cologne e punti commerciali stabili, di fatto occuparono territori massacrarono le civiltà precolombiane, per appropriarsi del loro oro, che dette popolazioni usavano in abbondanza. Si deve fare però una precisazione: per definizione:i pirati erano soliti a saccheggiare  vascelli di qualsiasi nazionalità, mentre il cosi detto corsaro veniva  invece autorizzato da un Governo, che  gli permetteva, a pagamento, azioni di rappresaglia.

I diavoli del mare

I pirati, “diavoli del mare”, che infestavanole acque di quelle zone, erano di fatto  l’incubo degli Spagnoli,  divennero parte della leggenda ed il più delle volte parte di vera storia quando le  Isole di Santo Domingo furono occupate da Inglesi e Francesi. In quell’epoca molti   pirati,  vennero definiti “filibustieri”, così chiamati perché erano soliti essiccare e salare la carne, necessaria per la soppravivenza dei marinai nei lunghi periodi che rimanevano in mare. Avevano una notevole supremazia.

Tra i vari porti frequentati dai pirati si ricorda un loro covo molto importabte: La Tourte.

I pirati furono sempre audaci ed arrivarono ad assaltare, oltre i galeoni Spagnoli, anche le città costiere.

Erano sicuramente uomini coraggiosi, non risparmiando i vinti, salvando solo prigionieri di un certo rango, per poi ricavarne lauti riscatti.

Avevano ed obbedivano di buon grado alle loro leggi ed una volta venduto il frutto delle loro razzie si dividevano il bottino, utilizzando sempre l’oro, come compensazione delle missioni pericolose compiute.

Fù redatto un vero e proprio  codice etico, che conteneva regole certe, come le  regole d’imbarco ed un codice  del loro, cosidetto, onore.

Il tradimento era punito con la morte o abbandonati su isolotti  deserti senza  acqua ne viveri

Oro, sempre oro e l’illusione di risultare ricchi a fine carriera.

Il capitano ed il secondo di bordo ricevevano due parti del bottino, una buona parte al nostromo,  ai cannonieri ed il resto alla “ciurma”.

Forme di questi pagamenti? Ovviamente sempre in oro.

Non erano permessi, sulle loro navi donne ne bambini .Il nome più famoso, quello di Henry Morgan, che conquisto addiritura la città di Panama, al tempo la Regina del Pacifico, imprigionato poi nella Torre di Londra, fù poi liberato da Re Carlo II, per i servigi resi all’Inghilterra.

Solo nel 1684 Francia e Spagna firmarono il trattato di Ratisbona, nel quale si dichiarava che i pirati erano criminali a tutti gli effetti e perseguibili. Idem fece l’Inghilterra che promosse una legge contro i corsari, che prevedeva  la cessazione della concessione delle rappresaglie.

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