VOTARE PER L’ORO?

Nel corso dei mesi estivi l’oro si è ritagliato un posto di rilevo all’interno del dibattito finanziario.

Le quotazioni del metallo giallo hanno battuto diversi record, attestandosi a tratti anche ben oltre la soglia psicologica dei 2.000 Dollari l’oncia.

Tra i principali fattori di traino che hanno contribuito all’escalation del metallo possiamo individuare i dati relativi al Covid, le tensioni USA-Cina. la debolezza del Dollaro e le imminenti elezioni americane.

Come si evince dal grafico, fino al 6 luglio i prezzi del gold sono rimasti pressocché stabili, all’interno del range 1.700 – 1.800 Dollari l’oncia, ma con una tendenza al rialzo di fatto già visibile. Il 20 luglio, questa stabilità si è interrotta e ha avuto inizio una nuova escalation, che in circa due settimane ha portato l’oro a segnare il nuovo record storico di oltre 2.060 Dollari l’oncia.

Tra le conseguenze immediate di questo nuovo rally anche le reazioni dei principali analisti ed hedge fund manager, che hanno tempestivamente rettificato le loro previsioni sull’andamento del metallo.

Riflettendo sulla condotta degli esperti di settore, non è da trascurare anche il fatto che lo stesso Warren Buffett, considerato un profeta dell’ecosistema finanziario e l’Oracolo di Omaha, proprietario della compagnia di investimenti Berkshire Hathaway, abbia deciso di collocarsi sul gold, vendendo le sue quote sul bancario.

Sebbene l’imprenditore, censito da Forbes come terzo uomo più ricco al mondo, abbia mantenuto una linea di coerenza con la propria strategia di investimento, puntando su compagnie attive nel settore minerario piuttosto che sull’asset class specifica, il segnale che ha scatenato posizionandosi sul metallo giallo è molto indicativo di quella che potrebbe essere oggigiorno una valida strategia di wealth management, in risposta al sempre più alto grado di incertezza che si registra sui mercati.

Anche VanEck, società di investimenti con un AUM (asset under management) di circa 56 miliardi di Dollari, ha confermato la sua fiducia nei confronti dell’oro, sebbene dopo il primo rally stia attraversando una leggera flessione sotto i 2.000 Dollari l’oncia.

D’altra parte, l’oro è un asset che possiede una logica win-win nei confronti del mercato: sia in situazioni deflazionistiche con tassi reali e tassi d’interesse deboli, sia in situazioni di crescita dell’inflazione, l’asset class continuerebbe a rappresentare un elemento appetibile per gli investitori.

Soprattutto in relazione allo scenario dell’inflazione, non si possono trascurare le misure monetarie implementate negli ultimi mesi dalle Banche Centrali, specialmente dalla FED, che per contrastare la complessità generale hanno stimolato il sistema in modo massiccio.

Questo scenario in particolare, ben riprodotto dal precedente grafico, sottolinea la rilevanza di un portafoglio esposto all’oro, anche marginalmente, che potrebbe costituire una valida strategia per la protezione del proprio potere d’acquisto.

Difficile reprimere, alla luce di queste particolari stime, il ricordo di una considerazione fatta da George Bernard Shaw, noto scrittore irlandese vincitore del premio Nobel, e che risulta particolarmente stringente anche in ragione delle imminenti elezioni americane:

“In qualità di elettore, sarai chiamato a scegliere tra la naturale stabilità dell’oro e la naturale stabilità dell’intelligenza dei membri del governo. Con tutto il rispetto per questi signori, ti consiglio, fintanto che il capitalismo esiste, di votare per l’oro!”