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L’ORO AL SERVIZIO DELL’ARTE
Feb
Abbiamo già in passato parlato di come l’oro sia stato protagonista di qualsiasi tipologia di arte nel corso della storia. Dalla pittura alla scultura fino alla moda e al teatro, dai tempi antichi fino ad oggi, il metallo nobile non si è mai risparmiato per mostrare la sua bellezza all’interno di diverse opere. Ma ciò di cui vogliamo parlare oggi è di come l’oro sia stato anche sfruttato come ornamento per delle importanti esposizioni.
Alcune recenti notizie dell’ambito dell’arte e della cultura raccontano di nuove mostre che hanno inserito l’oro non come protagonista assoluto ma come ornamento dell’opera. Un metallo nobile che funge da cornice, quasi a far brillare l’opera e ad evidenziarne la bellezza.
“Ritratti” di Gian Maria Tosatti
Gian Maria Tosatti, classe 1980, è un artista visivo italiano, giornalista e saggista che vanta già importanti risultati. Uno su tutti, la partecipazione alla Biennale di Venezia come rappresentante dell’Italia.
La sua è un’arte spesso scenografica e d’impatto ma la sua recente esposizione non segue il passato dell’artista e vira verso un approccio più “intimo”. Stiamo parlando della mostra esposta all’Hangar Bicocca di Milano, composta da due cicli pittorici di 14 opere, chiamati “Ritratti”.
Tali opere sono montate su strutture in tubo, simili a quelle dei cartelloni pubblicitari che vediamo in strada. Ma la particolarità è proprio che i supporti di ferro sono ricoperti di oro e ruggine. “Elementi antitetici: l’incorruttibile e la pura corruzione. Nella realtà non potrebbero chimicamente legarsi e invece qui si cercano, si sbranano e si compromettono” come descrive Vincent Todolì, curatore della mostra.
La mostra dell’Hangar sottolinea ancora come Tosatti sia un maestro nel rappresentare l’intimità tramite un raffinato effetto estetico, di cui l’oro è protagonista.
La “Crocifissione” del Masaccio
Nadia Righi, curatrice della mostra, porta al Museo Diocesano di Milano un bel “regalo” per il periodo della Quaresima e di Pasqua, la “Crocifissione” del Masaccio (1426) direttamente dal Museo di Capodimonte di Napoli. Una delle opere più attrattive dell’artista e della storia dell’arte.
La scelta di portare quest’opera è anche per omaggiare Angelo Crespi, collezionista milanese scomparso recentemente, che nel 1999 ha donato al museo di Milano 41 “fondi oro”, tra cui il dipinto del Masaccio.
Il fondo oro è una tecnica pittorica che comporta la stesura della foglia oro sullo sfondo dei dipinti. Oggi s’intende un dipinto qualsiasi che usa tale tecnica e uno dei settori più notevoli del collezionismo artistico.
La “Crocifissione” faceva parte di un’opera più grande in Santa Maria del Carmine a Pisa, con al centro la Madonna col Bambino (National Gallery di Londra), altre figure dei santi oggi disperse ed intorno predella e pilastrini sparsi in vari musei. Un video all’interno della mostra del Museo Diocesano rivela l’opera per intero. L’opera è composta dal Cristo arreso alla morte, la Madonna e San Giovanni ai piedi della croce. La Maddalena di spalle, con il manto rosso fuoco, inginocchiata e sofferente, con le mani immerse dentro lo spazio. Il fondo oro così non rimane solo un simbolo divino ma anche plastico.
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A cura dell’Ufficio Stampa di Confinvest GV