L’ORO DEGLI INCA

In questi mesi, il Mudec di Milano sta accogliendo un’interessantissima mostra dedicata agli Incas, popolo unico e ricco di storia e cultura. Gli Incas erano dei grandi artigiani dell’oro, come mostrano i numerosi resti visibili alla mostra.

“Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù”

Questo è il titolo di una mostra che attraverso reperti, video, ricostruzioni 3D ed un incredibile allestimento, permette al visitatore d’immergersi in un vero e proprio viaggio nella storia di un popolo antico e glorioso, che spesso non viene giustamente considerato.

La mostra è aperta dall’8 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023 ed è l’esclusiva tappa italiana di un tour internazionale promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata dal World Heritage Exhibitions e 24 Ore Cultura, in collaborazione con il Governo del Perù e il Ministero della Cultura del Perù. Il progetto è a cura di Ulla Holmquist, direttrice del Museo Larco di Lima e dell’archeologa Carole Fraresso.

Il Museo delle Culture – afferma l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – dedica alla millenaria civiltà peruviana non solo una grande mostra-racconto, preziosa ed emozionante al tempo stesso, ma anche una serie di iniziative che, lungo i prossimi mesi, saranno in grado di approfondire diversi aspetti del Perù antico, recente e contemporaneo, coinvolgendo la comunità peruviana milanese e rispondendo così a un obiettivo proprio del Mudec, quello di conoscere di più e meglio tutte le culture del mondo e creare così connessioni sempre più ampie e profonde tra le comunità“.

La mostra parte con un video sul rigoglioso paesaggio andino, dove si erge Machu Picchu, la città di pietra patrimonio culturale e naturale UNESCO, costruita nel 1450 d.C., all’apice dell’Impero Inca. Nascosta nella foresta, Machu Picchu è una fortezza formata da più di 200 strutture in pietra, templi, palazzi, “plazas” (spazi aperti) ed abitazioni.

Nella mostra è possibile trovare una selezione di più di 180 manufatti di incredibile bellezza: dalle opere in terracotta di grande espressività e perfezione tecnica ai tessuti, fino all’oro (ma anche all’argento, al rame e alle pietre preziose) dei monili, orecchini, corone, copricapi, pettorine funebri. Tutto ciò perché i sovrani del mondo andino incarnavano gli dei e i metalli preziosi che portavano venivano selezionati non per il loro valore “monetario”, ma per quello che rappresentavano per il popolo: l’oro era il sudore del Sole, l’argento era le lacrime della Luna.

La prima parte della mostra è consigliata soprattutto ai più piccoli. Racconta infatti, della leggenda dell’eroe mitologico Ai Apaec, mostrato tramite una vera e propria “narrazione illustrata”.

Nella seconda parte, si possono trovare oggetti raggruppati secondo il loro significato simbolico. Nel guardare tali oggetti dobbiamo considerarli come i “libri” nei quali venivano documentate le credenze, i rituali, la visione del mondo, le strutture di potere e la vita delle comunità. Gli Inca non avevano una lingua scritta, quindi rendevano testimonianza attraverso immagini simboliche, sculture di pietra, incisioni lignee, recipienti di ceramica, tessuti e oggetti d’oro e d’argento.

La mostra include anche tre sezioni più particolari: una dedicata al rituale della caccia al cervo e i sacrifici umani e una alla cosmologia andina, con i suoi tre mondi: quello di Sopra, quello del Qui e Ora, e quello Basso. Ma quella più dinamica è la sezione che dà la possibilità di provare una vera e propria simulazione di volo sopra la città di Machu Picchu, che include i sensi della vista, dell’udito e del movimento, sfruttando la realtà virtuale. Il visitatore avrà l’impressione di volare sopra i resti della città e sopra le montagne sacre e la foresta amazzonica, insieme ad una guida virtuale, che contemporaneamente fornirà una spiegazione su quanto visto.

La storia e la cultura degli Incas

Gli Incas sono stati un popolo di lingua quechua che ha regnato un grandissimo impero dell’America meridionale. Il primo imperatore a guidare il popolo fu Manco Capac. La formazione dell’impero avvenne a partire dal XV secolo, per merito di Pachacúti. Quest’ultimo nel 1438 vinse sui Chanca ed occupò i territori sino al Lago Titicaca. Succedettero poi altri due regni importanti che estesero ulteriormente i possedimenti del popolo Incas: il regno di Túpac Yupanqui (1471-93) e quello di Huayna Cápac (1493-1525). L’inizio della fine per la popolazione s’intravide con una guerra di successione tra Huáscar, lecito successore al trono e Atahualpa, fratellastro di quest’ultimo, che ebbe la meglio. Al culmine di questa guerra civile, gli iberici, guidati da Francisco Pizarro, un comandante senza scrupoli, avanzarono nei territori degli Incas e catturarono Atahualpa. Dopo aver ricevuto un riscatto in oro, lo fecero giustiziare ugualmente. Nel 1533, senza più guida “divina”, l’Impero Incas implose.

L’Impero Incas arrivò a dimensioni mai toccate da altri Stati americani, rappresentando un modello di ottima gestione politica di territori eterogenei, il dominio era diviso in quattro grandi regioni, a loro volta ripartite in province, fino ad arrivare alla proprietà familiare, detta ayllu. Alcuni esempi dell’alto grado di sviluppo sono: l’architettura di strade e ponti, la progettazione di sistemi di controllo delle acque, il controllo di gruppi umani tra le diverse regioni, l’uso di un calendario agricolo e la gestione di risorse naturali in aree anche molto lontane.

La civiltà inca non conosceva né l’uso della scrittura né quello della ruota. Per mantenere i contatti tra le varie zone dell’impero, le autorità utilizzavano un’efficientissima rete di strade in pietra, costantemente percorse da squadre di corrieri.

I reperti archeologici testimoniano l’importanza simbolica dell’arte. Nelle decorazioni si nota una forte predominanza delle forme geometriche. Un’altra peculiarità è anche il gusto per i riti e le danze, definiti taki.

Gli Incas e l’oro

Gli Incas erano esperti nella lavorazione sia dell’oro che dell’argento, che veniva estratto nei fiumi di Sandia e Carabaya, nell’Apurimac, nel Santa, nel Macara e Tumbes. L’arte orafa degli Inca nasce grazie alla conoscenza trasmessa dai Chimu, che portarono la propria esperienza in questa arte. Gli Incas pensavano che l’oro fosse un metallo sacro inviato dal dio del sole Inti. Tutte le miniere erano di proprietà dell’imperatore, oro e argento erano inviati direttamente al sovrano e se qualcuno veniva sorpreso a lasciare la città con questi metalli, subiva una severa punizione.

La miscela del metallo derivava da grandi forni, chiamati Huarapaya, che erano posizionati in zone ventose, per mantenere il fuoco acceso. Il vento veniva prodotto anche dall’aiuto di uomini, che con lunghe canne, soffiavano all’interno dei forni. I metodi principalmente usati dagli artigiani per lavorare oro, argento e rame consistevano nel battere il metallo con il martello fino ad avere lame sottili o nel colare il metallo fuso negli stampi.

Gli oggetti in oro e argento avevano scopi ornamentali, i gioielli d’oro solitamente erano tipiche figure di animali come lama e maschere per le mummie. Gli oggetti prodotti erano molto importanti perché erano legati al culto religioso e definivano noto il rango della persona che li indossava.

La leggenda più conosciuta legata agli Incas è quella di El Dorado. La storia racconta come ad El Dorado sia nascosto un enorme tesoro mai trovato, nonostante sia stato per lungo tempo cercato da esperti archeologi.

Durante la conquista da parte degli spagnoli, Pizarro richiese in cambio del rilascio del sovrano Atahualpa, una stanza piena d’oro. Ma, nonostante gli Incas glielo concedettero, Pizarro uccise il loro sovrano. Così il popolo decise di smantellare la città e nascondere il tesoro, per evitare di farlo trovare ai nemici.

Spesso questo famoso tesoro è stato cercato, non solo dai soldati spagnoli, ma anche da archeologi, storici ed avventurieri, ma non fu mai trovato. Alcune leggende dichiarano che si possa nascondere nel vulcano Sangay o in una zona vicina, essendo le Ande un luogo e che gli Incas conoscevano perfettamente. Ma per ora rimane un mistero.

 

È sempre interessante conoscere le storie dei popoli che hanno vissuto prima di noi e del loro rapporto con l’oro, soprattutto se è possibile farlo tramite una mostra bella e coinvolgente.

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