MEDIO ORIENTE: L’INFLAZIONE STA CAMBIANDO IL MERCATO ESTERO

Non si smette di parlare d’inflazione neanche uscendo dall’Italia. I fatti recenti che hanno visto coinvolto tutto il mondo, stanno generando conseguenze importanti anche in Medio Oriente. Le recenti notizie parlano di un’inflazione sempre più drastica sull’economia dei Paesi orientali e di netti cambiamenti nel mercato con l’estero.

La situazione economica attuale

Il deficit commerciale della Turchia è aumentato a un livello record, principalmente a causa degli elevati costi dell’energia. Il divario del periodo gennaio-agosto è stato di 73,4 miliardi di dollari, con un aumento del 146% rispetto all’anno precedente. Il deficit commerciale totale della Turchia è balzato del 298% su base annua, raggiungendo i 10,384 miliardi di dollari a settembre, come ha dichiarato il Ministero del Commercio. Questi dati non si registravano dal 1984.

Le prospettive del bilancio commerciale sono peggiorate dall’inizio del conflitto Russo-Ucraino, portando i prezzi dell’energia e delle materie prime a livelli record e aggravando i problemi economici. Nonostante l’impennata dei prezzi, la Banca Centrale turca ha anche tagliato i tassi d’interesse, che all’inizio dell’anno sono stati abbassati dal 14% al 12%.

L’inflazione annuale in Turchia ha raggiunto l’83,45% a settembre, il livello più alto da luglio 1998, con un aumento dei prezzi dei trasporti di quasi il 118%, dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche del 93,05%.

I nuovi scambi con l’estero

Le esportazioni sono aumentate del 9,2% e hanno raggiunto i 22,62 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono aumentate del 41,5% a 33 miliardi di dollari.

La Germania è stata la principale destinazione delle esportazioni turche in agosto, con vendite per 1,66 miliardi di dollari.

Mentre il primo esportatore verso la Turchia è stata proprio la Russia, importante fornitore di energia, con 6,3 miliardi di dollari. In generale il mese scorso le importazioni di energia, che sono aumentate del 115% (9,56 miliardi di dollari), hanno segnato il livello mensile più alto mai registrato.

Le importazioni di oli minerali, indicatore della bolletta energetica della Turchia, sono aumentate del 100% ad agosto, passando da 4,37 a 8,73 miliardi di dollari.

Le importazioni di oro

Ma la Turchia non ha solo incrementato notevolmente le importazioni di energia, anche l’oro ne è stato protagonista. Le importazioni dei metalli preziosi sono aumentate del 389% ad agosto, raggiungendo i 2,64 miliardi di dollari. Mentre a settembre sono aumentate del 543%, arrivando ai 3,1 miliardi di dollari, come rivelano gli ultimi dati del Ministero del Commercio.  Questo anche perché le banche fornitrici di oro hanno tagliato le spedizioni verso l’India e si sono concentrate maggiormente su Cina e Turchia dati i migliori compensi, ha riferito la Reuters (un’agenzia di stampa britannica), citando i funzionari della banca. “Gli acquirenti in Cina e Turchia stanno pagando un compenso molto alto. Non c’è paragone con il mercato indiano“, ha detto uno dei funzionari.

Ancora una volta le notizie nazionali e globali sono preoccupanti. Questi dati spiegano come anche negli altri Paesi la stabilità economica, per ora, sembra solo un lontano ricordo. È difficile fare previsioni o dare false speranze. Noi di Confinvest, che da anni lavoriamo nel settore degli investimenti in oro fisico, consigliamo di mettere in salvo i propri risparmi utilizzando il metallo prezioso, bene di rifugio per eccellenza.

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A cura dell’Ufficio Stampa di Confinvest GV