IL MERCATO DELL’ORO TRA RUSSIA E CINA: COSA STA SUCCEDENDO?

Sono di questi giorni le notizie dei nuovi accordi tra la Cina e la Russia proprio riguardanti lo scambio dell’oro. I recenti accadimenti in merito al conflitto russo-ucraino hanno notevolmente trasformato il mercato aureo russo, che abituato ad interfacciarsi a livello globale, ha dovuto cercare nuovi sbocchi. La prima a rispondere è stata proprio la Cina.

Gli effetti delle sanzioni occidentali

La Russia infatti, si è trovata costretta ad aumentare in maniera significativa le esportazioni di oro in Cina, dopo la scelta dei paesi occidentali di vietare lo scambio del metallo aureo come ulteriore sanzione in seguito al conflitto con l’Ucraina. In particolare gli stati che a giugno hanno aderito alla sanzione sono gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada e il Giappone. Il mese scorso si sono uniti anche l’Unione Europea e la Svizzera, un rilevante perno dell’oro con una collocazione tradizionalmente neutrale.

Secondo il Ministero delle Finanze, nel 2021 la Russia è stata il secondo produttore d’oro per volume, con una produzione in aumento del 9% a 343 tonnellate. L’industria dei metalli preziosi in Russia fattura circa 25 miliardi di dollari all’anno.

Le sanzioni messe in atto dai governi occidentali hanno messo la Russia al bando della London Bullion Market Association (LBMA). Il 7 marzo la LBMA ha anche sospeso l’accreditamento dei raffinatori di metalli preziosi russi, impedendo loro di vendere nuovi prodotti a Londra.

All’inizio di agosto alcune notizie hanno riferito che la Russia sta studiando un proprio standard internazionale per i metalli preziosi che potrebbe avere un prezzo fisso in valuta nazionale. Il Ministero delle Finanze del Paese ha dichiarato che è necessario creare il nuovo Moscow World Standard (MWS) per “normalizzare il funzionamento dell’industria dei metalli preziosi” e avere un’alternativa alla LBMA.

Il nuovo mercato aureo della Cina

La Cina ha importato oro russo per un valore di 108,8 milioni di dollari a luglio, con un aumento del 750% rispetto a giugno e del 4.800% rispetto ai 2,2 milioni di dollari registrati nello stesso mese di un anno fa. Secondo i dati delle dogane svizzere, l’esportazione di luglio ha raggiunto il livello più alto da dicembre 2016. I dati comprendono forme di oro grezzo e semilavorato.

Gli esperti della RBC (Royal Bank of Canada) hanno espresso le loro teorie: alcuni affermano che la Russia stia vendendo il suo oro alla Cina con uno sconto fino al 30%. Altri prevedono che la Cina, uno dei principali acquirenti di lingotti al mondo, potrebbe essere solo una delle numerose nuove importanti destinazioni per l’oro russo in Asia e Medio Oriente.

La strategia cinese

I movimenti della Cina sono particolari, sicuramente se messi a confronto con gli scorsi anni. È interessante notare che il consumo mensile di oro della Cina si aggira intorno alle 20 tonnellate. L’anno scorso infatti, sono state importate circa 20 tonnellate d’oro. Secondo i dati la Cina sta attualmente importando 60 tonnellate di oro in più al mese.

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché?

Molte teorie sostengono che le mosse di Pechino siano solo le conseguenze delle scelte prese a Mosca. Dopo le sanzioni imposte all’economia russa, Putin ha parlato di unire la valuta russa all’oro e di emettere “Stablecoin” con aggancio all’oro nel mercato delle criptovalute.

La Cina potrebbe gettare le basi per agganciare la propria valuta, lo Yuan, all’oro. Lo Yuan è attualmente utilizzato come riserva di valore e viene scambiato molto meno di qualsiasi altra valuta fiat, come il dollaro. Pechino raggiungerebbe così, l’obiettivo da tempo desiderato, quello di rendere la propria valuta più rispettata e stabile del dollaro statunitense.

La Cina sta forse cercando di superare gli ormai inarrivabili Stati Uniti utilizzando proprio il metallo prezioso? In un momento in cui la credibilità degli Stati Uniti nel mondo sta diminuendo e la loro economia sta faticando, un numero sempre maggiore di Paesi potrebbe decidere di agganciare la propria valuta con lo Yuan aureo e utilizzarlo per il commercio internazionale.

 

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A cura dell’Ufficio Stampa di Confinvest GV