L’ORO DELL’ETNA

Dopo aver raccontato dei grandi tesori dell’entroterra Toscano, questa settimana ci spostiamo un po’ più a sud della nostra Penisola e vi raccontiamo di un altro importante tesoro, che a piccole dosi cresce ai piedi dell’Etna. Quasi prezioso come l’oro, ma buono come il PISTACCHIO DI BRONTE!

“L’oro verde”

Prodotto esclusivo nell’aspetto, nel profumo e nel sapore, prezioso perché raccolto a mano ad uno ad uno e ad anni alterni, il pistacchio di Bronte viene anche chiamato oro verde”. Ogni piccola pianta a valle dell’Etna regala solo pochi kg di prodotto, che dopo la raccolta richiede una lavorazione lunga e minuziosa.

Viene chiamato “oro verde” per il colore smeraldo e per quelle particolari caratteristiche, derivate da un microclima unico: dalla lava dell’Etna ai terreni argillosi-calcarei di origine sedimentaria, che ne fanno un frutto d’alto pregio.

Oltre all’appellativo di “oro verde”, il pistacchio di Bronte si è meritato anche il riconoscimento dell’Unione Europea che nel 2009 gli ha conferito il marchio DOP.

Bronte copre l’1% della produzione mondiale di pistacchi, dove Iran, California e Turchia rappresentato i principali esportatori.

Storia

La storia del pistacchio ha origine antichissime, già dai Babilonesi, Assiri, Giordani, Greci ed è anche citato nel libro della Genesi. Già dai tempi era considerato un bene prezioso, è un prodotto agro-alimentare che ha contribuito a definire il patrimonio culturale-gastronomico dei popoli mediterranei. La pianta viene dalla famiglia delle Anacardiaceae, genere Pistacia. In Italia fu importata dai Romani nel 20 d.C. ma fu solo tra l’VIII e il IX secolo che la coltivazione si diffuse  in Sicilia, grazie alla dominazione Araba. Successivamente il piccolo paesino di Bronte ne prese il principale mercato.

Proprietà e benefici

Il pistacchio oltre ad avere un ottimo sapore, racchiude importanti sostanze che favoriscono la salute.

È ricco di sali minerali, che contribuiscono al buonumore e fondamentali per la fertilità maschile.

Inoltre l’attività antiradicalica delle sue sostanze è utilizzata in alcune patologie come le malattie cardiovascolari, l’arteriosclerosi, alcuni tipi di demenza per migliorare la qualità della vita durante l’invecchiamento ed in corso di malattie croniche. Esso favorisce inoltre l’abbassamento dei livelli di colesterolo.

In ogni caso il pistacchio, come la maggior parte della frutta secca, ha ottimi valori nutrizionali: per ogni 100 grammi possiede 683 calorie.  È inoltre ricco di proteine e di grassi buoni.

Le sue molteplici proprietà lo rendono materiale d’utilizzo anche in cosmetica e dermatologia per le sue alte doti emollienti.

Alcune curiosità

La versatilità del pistacchio si può osservare sin dall’antichità essendo oggetto di utilizzo in tutti i campi. Si basti pensare che viene citato nell’Antico Testamento e al tempo stesso nel XI secolo e per molti secoli successivi era considerato uno dei cibi “restaurativi” per coloro che soffrivano di deperimento fisico e sessuale.

La raccolta del pistacchio di Bronte viene svolta a settembre, preferibilmente dopo un leggero periodo di pioggia, tipico della stagione che favorisce il rigonfiamento del frutto. La raccolta avviene arrampicandosi lungo mulattiere tra i 400 e 1000 metri di altezza. Viene svolta ogni due anni perché la pianta ha la necessità di questo tempo per riassorbire dal terreno le sostanze nutritive che rendono il prodotto unico. Nel periodo di raccolta un numero incredibile, circa 10mila persone si trasferiscono nel paesino di Bronte per partecipare all’evento.

Prezioso quasi come l’oro!

Che il prezzo del pistacchio non sia molto economico si sa, si aggira  tra i 30 e i 50 euro al kg alla “Borsa del pistacchio” – ovvero la piazza cittadina, dove ancora produttori e compratori s’incontrano per la trattativa – fino ad arrivare ad oltre i 100 euro al dettaglio.

La produzione dei pistacchi di Bronte oggi gira intorno ai 3mila ettari di piantagione con una media di 1-1500 kg a ettaro coltivato. In un anno di buona produzione si raccolgono dai 4 ai 4,5 milioni di kg. Questo spiega come il piccolo frutto verde sia grossa fonte di guadagno per il piccolo paesino siculo.

 

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A cura dell’Ufficio Stampa di Confinvest GV