L’ORO DELLA TOSCANA

Questa settimana abbiamo deciso di raccontarvi alcuni grandi tesori coltivati nel cuore d’Italia.

L’oro di Montalcino

Quando pensiamo a Montalcino, la prima cosa che ci viene in mente è solo una, il vino che ha reso così famoso il borgo toscano: il Brunello di Montalcino.

Il piccolo paese del centro Italia ha deciso di celebrare ulteriormente il suo tesoro, creando un importante progetto culturale dedicato al Brunello, chiamato l’”Oro di Montalcino”.

La narrazione del progetto è stata inserita all’interno del Tempio del Brunello, nell’ex convento di Sant’Agostino. Un percorso concreto ma emotivo che porta il visitatore a conoscere nel dettaglio le particolarità del Brunello di Montalcino e del suo territorio, del lavoro e della passione dei protagonisti della sua storia e della sua evoluzione futura.

Dopo un anno e mezzo di pandemia […] – racconta il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli – abbiamo guardato anche al futuro e questo progetto è per noi nuova linfa vitale. Montalcino ha voglia di rinascita, ora è il momento. […] intendiamo non solo promuovere il nostro territorio attraverso una formula innovativa che possa accogliere in maniera efficace i visitatori, ma creare all’interno del complesso di Sant’Agostino nuovi stimoli e spazi culturali per la comunità̀ montalcinese dove arte, storia, musica, artigianalità̀ e prodotti d’eccellenza possano fondersi alla cultura produttiva in un progetto organico”.

Il percorso dell’Oro di Montalcino inizia nell’ex complesso conventuale e monumentale di Sant’Agostino, cuore culturale della città. In occasione del nuovo riconoscimento dell’intero complesso, il 2 luglio la chiesa è stata riaperta al culto dopo una lunga fase di restauri con una messa celebrata dall’Arcivescovo di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, il Cardinale Augusto Paolo Lojudice.

Dall’”InChiostro”, primo chiostro coperto dell’ex convento, partono i vari percorsi all’interno dell’Oro di Montalcino. La visita procede poi all’interno dell’interessante Museo Archeologico sotterraneo. Si accede poi alle Raccolte Museali Civica e Diocesana, grande collezione di statue lignee e ‘fondi oro’ di scuola senese. L’esperienza continua alla scoperta del fiorente territorio di Montalcino. Passando nel chiostro scoperto, quello chiamato un tempo il ‘chiostro d’estate’ del convento, si scende nel Tempio del Brunello.

Siamo convinti che il percorso del vino non si esaurisca in un bicchiere – afferma il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci – ma sia sempre più un fenomeno di rilievo anche dal punto di vista culturale”.

L’oro di San Gimignano

Il Brunello però non è l’unico tesoro che detiene la Toscana. Un altro bellissimo borgo della verde regione, a 80 km da Montalcino, raccoglie un altro ricco tesoro, ormai di altissimo valore: lo zafferano di San Gimignano.

Lo zafferano di San Gimignano DOP si presenta in filamenti integri di colore rosso aranciato ed ha un sapore molto intenso. La scelta di presentare il prodotto non in polvere, ma allo stato naturale, risponde all’esigenza di impedire possibili sofisticazioni. Le sue caratteristiche si devono principalmente a tre componenti chimiche: la crocina, che attribuisce la colorazione; la picrocrocina, un glucoside amaro che conferisce il sapore; il safranale, responsabile dell’aroma.

Nel territorio di San Gimignano la produzione e la lavorazione seguono ancora oggi i metodi antichi consolidati dalla tradizione. Molte operazioni vengono eseguite a mano come nel Medioevo.

Ricerche storiche testimoniano la presenza dello zafferano di San Gimignano DOP nel comune toscano già a partire dal Duecento. In quegli anni venivano organizzate spedizioni della spezia in vari luoghi d’Italia. Dal 1221 al 1247 il prodotto fu commercializzato anche in alcune città orientali e africane. Alcuni commercianti del luogo si arricchirono con la vendita dello zafferano, sempre più fruttuosa, e fecero costruire importanti monumenti che ancora oggi si possono apprezzare a San Gimignano. Il prodotto fu spesso utilizzato anche come sostituto del denaro.

Le notizie sulla storia produttiva dello zafferano sono moltissime e si sa che, oltre che in cucina, veniva utilizzato nella tintura, nella pittura e nella medicina.

Il riconoscimento della DOP (Denominazione di Origine Protetta), ottenuto nel 2004, costituisce oggi il miglior riconoscimento di un prodotto eccellente frutto di una grande storia. Nel maggio 2017 viene istituito il Consorzio dello Zafferano di San Gimignano DOP che si occupa di promuovere e valorizzare uno dei prodotti più autentici del nostro territorio.

 

La Sede di Confinvest è ubicata in Piazza Affari a Milano (Via della Posta 8), di fronte il Palazzo della Borsa.

Consulenti Confinvest sempre a disposizione per informazioni al n.028645 5047 – a mezzo e-mail confinvest@confinvest.it

Altre informazioni, quotazioni, ecc. sul nostro sito www.confinvest.it.

 

Oro, sempre oro.

Oro, sempre Confinvest.

Oro, sempre 028645 5047.

 

A cura dell’Ufficio Stampa di Confinvest GV