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L’arrivo di un’ inflazione galoppante nel  prossimo futuro, rischia di erodere un’alta percentuale dei nostri risparmi. Da calcolare anche  la perdita del potere d’acquisto del denaro, che lasciamo improduttivo sui nostri conti correnti. Inoltre, esistono preoccupazioni  sulle politiche della  Banca Centrale, che  sta rivedendo le dinamiche delle  elargizioni degli  stimoli monetari,  con scenari prossimi imprevedibili.

In questi ultimi tempi abbiamo assistito agli aumenti delle materie prime, di altre tipologie (vedesi gli energetici) e servizi, che  porteranno nuovamente rincari ai beni di consumo.

Se consideriamo che l’inflazione negli Stati Uniti sta raggiugendo il 7%, rileviamo interventi importanti della FED, tra le quali un rialzo dei tassi. Stesse problematiche anche per BCE, alle prese con lo stesso dilemma e con una percentuale media nell’Eurozona  d’inflazione, che raggiunge ormai il 4.8%  dato massimo dal 1997.

 

La BCE potrebbe essere costretta, come la FED, a rialzare i tassi, ma ottenendo un effetto negativo sulla ripresa. Rileviamo che l’effetto Cina, la quale aveva  contribuito a calmierare i prezzi, con prodotti a basso costo, stia finendo, con gli aumenti rilevanti  dei prodotti  che importiamo.

 

In un recente redazionale di Massimiliano Cellino, su Il Sole24ORE, leggiamo : “In un orizzonte temporale davvero ampio in cui l’inflazione non è stata poi così vorace, la perdita del potere d’acquisto del denaro ha comunque raggiunto il 35%, mentre un asset come l’oro, si è apprezzato del 366%…….”.

 

Alla luce di questi dati sull’inflazione e degli scenari politici, molti Stati, tra i quali la Cina, gli Usa  e la stessa Europa,  potrebbero avere gravi ripercussioni, anche sotto un profilo sociale, industriale e  finanziario. Tutti questi fattori dovrebbero mettere in guardia i risparmiatori ed investitori italiani, tenendo  presente anche l’ammontare del debito pubblico dei vari stati europei ed ovviamente la pandemia, non certo ancora sotto controllo. Da considerare lo spettro di un nuovo lockdown, con eventuali  problematiche sulla ripresa, allo stop del maxi piano dell’economia americana, idem situazione  per l’economia cinese.

Quale, da sempre, risulta essere un salvagente all’inflazione?

 

Risposta facile, anzi troppo facile!

 

Perché   noi di Confinvest abbiamo rilevato negli ultimi mesi un notevole aumento di richieste per  forme d’investimento in oro fisico?

Sempre risposta facile,….anzi sempre  troppo  facile!

Nella lunga esperienza di Confinvest nel settore, rileviamo che negli anni 2000 si prospettava e si consigliava d’investire in oro fisico un 5/10% del mobiliare posseduto;  ora tale percentuale è sicuramente maggiore ed un buon 15/20% di oro fisico (monete o lingotti) viene  oggi suggerito a garanzia dei nostri patrimoni.

Come decidere se investire in monete d’oro, in particolar modo la Sterlina Elisabetta (di prima qualità) od in lingotti?

Consulenti di Confinvest al n. 028645 5047, sono a disposizione per qualsiasi informazione,  per  concordare e consigliare   gestioni ottimali,  tra  le due  tipologie  ed i vari piani di accumulo (Conto Lingotto).

 

Confinvest, con sede in Piazza Affari – di fronte il Palazzo della Borsa – (Via della Posta 8) opera su tutto il territorio nazionale, anche con convenzioni bancari, rapporti fiduciari con varie strutture di promotori finanziari, con risparmiatori privati ed investitori.

Confinvest è l’unica Società di settore, quotata in Borsa.

 

Oro, sempre oro.

Oro, sempre Confinvest.

Oro, sempre 028645 5047.

 

A cura dell’Ufficio Stampa di Confinvest  GV