L’oro è un elemento che è stato molto valorizzato da artisti e pittori di tutte le epoche.
L’eterno fascino esercitato dal metallo prezioso lo ha reso protagonista di molte opere nel corso degli anni. Dalle rappresentazioni dei Faraoni alle maschere mortuarie sepolte nei sotterranei di Sparta.
Che si trattasse di celebrazioni religiose, riti funebri o semplici espressioni del genio artistico, l’oro ha sempre saputo come ritagliarsi uno spazio di prestigio nel mondo dell’arte.
In ogni epoca storica, oggetti di grande pregio sono stati realizzati con l’utilizzo di diversi tipi di tecniche e strumenti. L’oro, infatti, pur essendo un metallo malleabile, necessita di una certa esperienza per poter essere lavorato.
Oro e arte: dai Bizantini all’epoca moderna
Soprattutto nell’ambito religioso, vi fu una vasta produzione di oggetti artistici realizzati con questo metallo prezioso. Le più importanti opere, appartengono all’oreficeria barbarica, bizantina ed etrusca.
Non mancano di certo importanti esempi all’interno dei nostri confini. Un esempio molto citato è l’altare di Vuolvino, nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Realizzato per il vescovo Angilberto I, l’altare è interamente ricoperto di lastre in oro massiccio.

Nel corso del Rinascimento e dell’Epoca Moderna, il rapporto tra arti visive ed oreficeria divenne più stretto. Non era raro, infatti, che grandi pittori fossero anche esperti orafi. Tra questi, gli esempi più noti sono Donatello e Benvenuto Cellini.
Durante il Colonialismo, infine, la grande importazione di metallo prezioso venne particolarmente apprezzata dai ceti dell’alta borghesia, dell’aristocrazia e dagli ambiti religiosi. È con l’oro, infatti, che vennero decorate le corti dei ricchi signori, le chiese e le cattedrali.
Oro su tela: i capolavori Gustav Klimt
L’oro è protagonista indiscusso della produzione di Gustav Klimt. Il pittore viennese, profondamente influenzato anche dall’attività di orefice del padre e del fratello, è stato in grado di concepire una nuova sensibilità, utilizzando l’oro per promuovere un nuovo linguaggio estetico.
Sono celebri le sue tele, in cui i soggetti sono immersi in ambienti che richiamano le sfolgoranti atmosfere bizantine, e che non a caso appartengono al cosiddetto “periodo aureo“. Esempi più celebri sono la Giuditta e il Bacio, ma la tendenza all’utilizzo di questo materiale è caratteristica di gran parte della produzione di Klimt nella prima decade del 1900.

Un metallo unico e il suo fascino
Fin dalla preistoria, insomma, l’oro ha costituito per l’uomo una fonte di fascino inesauribile.
Duttile, malleabile, lucente e scarso in natura. Sono svariate le proprietà del metallo prezioso, apprezzato oggi per le sue qualità e riconosciuto come bene rifugio per definizione.
Da sempre, con le sue sfumature e il suo valore, alimenta la determinazione di cacciatori di tesori e le fantasie degli artisti. In altre parole, l’oro non ha mai smesso di brillare.
Sarà per questa ragione che gli Annunaki, divinità Sumere, vennero sulla Terra alla sua ricerca, come raccontano le antiche leggende?