Oro e Dollaro. Chi è il vincitore?

L’oro è stato storicamente il denaro utilizzato per gli scambi internazionali, oggi questo ruolo è detenuto dal dollaro. La loro correlazione è per questo molto importante.

A partire dagli Accordi di Bretton Woods, che cominciarono nel 1944 e culminarono con lo Smithsonian Agreement del 1971, con il quale Nixon sciolse il legame tra questi due asset e abolì di fatto la convertibilità del Dollaro con l’oro, la correlazione tra queste due valute (una a corso legale, l’altra considerabile come valuta forte) si è delineata come inversa.

Ciò significa che spesso, fatta eccezione per rare casistiche, l’andamento di queste due valute segue direzioni opposte. Ed è anche per questo motivo che numerosi investitori e risparmiatori spesso decidono di esporsi, anche marginalmente, all’oro: per diversificare il rischio legato al ruolo centrale ricoperto dal Dollaro nel sistema degli scambi economici globali.

Se durante il Sistema Aureo (cd. Gold Standard) il valore della cartamoneta era perfettamente riconducibile a una ben determinata quantità di oro depositata nei caveau delle Banche Centrali, con la sospensione di questo modello la situazione è cambiata radicalmente.

A questo elemento è necessario aggiungere un ulteriore situazione da considerare: la politica espansiva messa in atto dalle Banche Centrali, tra le quali quella americana (FED) esercita l’indiscutibile primato, per far fronte alle criticità dell’ecosistema economico.

L’effetto principale che queste politiche monetarie esercitano è una svalutazione della valuta fiat, il cui deprezzamento è da ricondursi alla stampa pressoché illimitata e alla relativa iniezione da parte delle Banche Centrali di denaro a valore legale che, fondamentalmente, vale sempre meno in termini di potere d’acquisto.

Cash is trash” è la formula che Ray Dalio, hedge fund manager miliardario e noto fondatore di Bridgewater Associates, ha utilizzato per sintetizzare questa configurazione economica e monetaria. La liquidità vale poco, soprattutto in un mondo in cui il valore delle valute è spinto alla deriva dalle manovre di money printing messe in campo per arginare le vulnerabilità del sistema.

Alcuni addetti ai lavori, tra cui Peter Schiff – Autore, broker ed esperto di mercati finanziari – già in marzo avevano rilevato le prime avvisaglie di un possibile scenario iperinflazionistico futuro. Sotto questo profilo, di fatto, la vera minaccia non è tanto la perdita di denaro di per sé, quanto piuttosto la perdita di potere d’acquisto.

Nelle economie devastate dall’iperinflazione, come ad esempio quella della Germania di Weimar dopo la Prima Guerra Mondiale, la perdita di potere d’acquisto si accompagna in modo inversamente proporzionale ad una crescita dei prezzi dell’oro, che non subisce in modo impattante l’effetto dell’inflazione, considerati alcuni aspetti tra cui il fatto che il metallo è quantitativamente finito in natura, la limitata capacità di estrazione dell’industria mineraria, e, soprattutto, l’impossibilità di crearlo ex nihilo.

È anche per queste ragioni che l’oro è sempre più presente nelle scelte di diversificazione di risparmiatori e investitori: per la sua capacità di rispondere in modo positivo alle problematiche monetarie e ai terremoti del debito.

D’altra parte, è proprio della scorsa settimana la notizia di un nuovo record nel volume di debito mondiale: 272 mila miliardi di Dollari, cifra che definisce un rapporto debito-PIL intorno al 365%. E, secondo quanto riportato dall’Istituto di Finanza Internazionale, il principale driver di questo debito senza precedenti sono le politiche messe in atto dai regulator per gestire l’emergenza Covid-19.

All’interno di una configurazione come quella che si sta materializzando, in cui nuove misure di QE non sono da escludere e un generale inasprimento del sistema monetario è quanto meno probabile, possedere monete d’oro, lingotti d’oro o accumulare grammi d’oro con un Piano d’Accumulo, è un’operazione che permette di salvaguardare la propria posizione finanziaria, mitigando il rischio e proteggendo il proprio potere d’acquisto.

Da sempre il Marengo d’oro, la Sterlina d’oro, il Krugerrand d’oro e i lingotti d’oro sono strumenti fisici che consentono una wealth preservation a chi li detiene. Inoltre, oggi chiunque può operare con l’oro fisico e lasciare i rischi fuori dalla porta, perché esistono soluzioni come Conto Lingotto che permettono a tutti i tipi di portafogli di esporsi all’oro fisico, attraverso importi accessibili.

Non esistono certezze in merito ad un ulteriore indebitamento mondiale o ad una continua svalutazione del Dollaro e delle altre valute fiduciarie globali. Ciò che è certo, è che se il modello di gestione delle criticità utilizzato dalle Banche Centrali non dovesse modificarsi in futuro, l’inevitabile conseguenza sarebbe l’esodo della valuta americana verso lo zero.

Ed è proprio in questa condizione che sarebbe preferibile possedere oro fisico nelle proprie tasche, piuttosto che carta moneta con un valore asintoticamente teso verso il nulla.

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