Oro e l’esempio Turco: perché le “mani deboli” devono capirlo?

Le fasi di mercato più interessanti per un investitore, speculatore o risparmiatore, sono quelle dove i prezzi iniziano a muoversi in una direzione, sia al rialzo che al ribasso, ed escono dalle cd. fasi laterali. In questi frangenti la volatilità inizia a rialzare la testa provocando oscillazioni che possono portare i più incerti ed insicuri a commettere errori strategici. Invece di avere un’ottica di medio/lungo termine, capace di gestire le pressioni emotive di fronte all’incremento della volatilità, le cd. mani deboli, prese dalla paura escono dal mercato, magari concretizzando perdite di breve periodo.

Le ultime settimane sul metallo giallo hanno visto un incremento della volatilità, dopo il raggiungimento dei massimi storici sia in Euro che in Dollari, con relativo superamento dei 2.000 dollari l’oncia, i prezzi dell’oro sono entrati in una fase di volatilità-correttiva. È generalmente e statisticamente probabile vedere queste fasi correttive all’interno di mercati toro pluriennali. I prezzi non possono sempre crescere, hanno necessità di assestarsi e trovare la forza. Perché i mercati sono composti da attori che hanno razionalità ed irrazionalità, vivono di psicologia dei mercati e questi movimenti hanno il compito di fare pulizia di weak hands (mani deboli letteralmente) che non sono in grado di sostenere l’emotività legata a questa volatilità.

Le correzioni dei prezzi di qualsiasi asset class, non solo per l’oro, sono necessarie al fine di scuotere le mani deboli e poter così impostare le basi di una prossima crescita, della quale, intendiamoci, non esiste in ogni caso garanzia.

Ma quale approccio dovrebbe assumere un acquirente di oro fisico in questo contesto di mercato? Come può gestire al meglio la volatilità?

Acquistare oro fisico significa prima di tutto capire che è un’azione di medio e lungo termine, che serve ad allocare in maniera consapevole il proprio risparmio/liquidità in eccesso e per la quale non è pianificato l’utilizzo nel breve termine.

Il possesso di oro contraddistingue il risparmiatore per offrirgli una possibilità unica: evitare di detenere un asset, un bene, che può essere moltiplicato senza limiti da un terzo che, in questo modo, “espropria” valore tramite la cd. inflazione. Una sorta di tassa occulta. Questo esempio è ben evidente in alcuni Paesi, che in questi mesi stanno subendo forti pressioni valutarie. La Turchia è uno di questi.

I corsi della Lira Turca hanno subìto negli ultimi mesi forti pressioni al ribasso. Questi movimenti sono la risposta alle politiche monetarie ed alla credibilità della Banca Centrale Turca, che sembra stia perdendo il controllo della stabilità della propria valuta.

Negli ultimi 10 anni il cambio è passato da circa 1,5 contro il dollaro ai 7.85 di questo fine settembre.

Una perdita di più dell’80% del valore contro il dollaro. Con gli impatti relativi sulla perdita di potere d’acquisto dei cittadini Turchi.

Più d’impatto il cambio Lira Turca vs Dollaro (il reciproco), un asintoto diretto verso lo zero.

In questo contesto, in Turchia sta avvenendo in questi mesi una vera e propria corsa all’oro, come ha riportato anche Reuters in un articolo di agosto.

Hasan Ayhan ha seguito le istruzioni di sua moglie la scorsa settimana e ha preso i loro risparmi per acquistare oro al Gran Bazar di Istanbul mentre i turchi raccoglievano lingotti del valore di 7 miliardi di dollari in sole due settimane.”


“Ho chattato con centinaia di persone che stanno pensando di vendere le loro auto o case per investire in oro”, ha detto Gunay Gunes, il cui stand affollato è vicino all’ingresso del mercato.”

Questo esempio di comportamento porta a comprendere quale sia l’approccio da tenere per un investitore (o meglio, risparmiatore) di oro fisico. Non cercare rendimenti ma cercare protezione in beni rifugio. La ricerca di un bene utilizzabile come allocazione alternativa alla propria liquidità.

Questo è il grafico del prezzo dell’oro espresso il Lire Turche.

I risparmiatori Turchi, come testimoniato da Reuters, che cercano in tutti i modi di disfarsi della propria valuta, nella quale stanno perdendo fiducia, è un esempio lampante di come questa corsa all’oro non sia legata alla ricerca di rendimento, ma piuttosto alla ricerca di sicurezza.

La bottom line del ragionamento deve portare a comprendere come i movimenti ribassisti delle ultime settimane siano utili a tagliare le mani deboli, i piccoli risparmiatori che sono entrati nel metallo giallo solo in ottica speculativa. Chi invece comprende il ruolo dell’oro fisico è in grado di sostenere le pressioni emotive legate alla volatilità dei prezzi. SI tratta di capire che un’oncia d’oro è sempre un’oncia d’oro e che la riserva di valore del proprio risparmio non è legata ad alcun rischio di svalutazione competitiva, pressioni internazionali sui cambi o atteggiamenti poco responsabili di chi governa le politiche monetarie.

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