Ecco perché l’oro è diventato mezzo di scambio

Da dove deriva il ruolo che l’oro si è guadagnato nel corso della storia?

Non è un caso che l’oro sia stato adottato volontariamente dagli individui quale mezzo di scambio, e che tutt’oggi esso rappresenti un importante asset su cui focalizzare la propria attenzione, come dimostra il rally degli ultimi giorni compiuto dal metallo giallo.

Perché l’oro è stato storicamente impiegato come denaro? Quali sono le caratteristiche di un bene che lo rendono adatto a ricoprire un ruolo simile?

Se un bene è riconoscibile, frazionabile, non contraffabile, commerciabile e conserva il suo valore nel tempo, allora si tratta di un bene potenzialmente utilizzabile come denaro.

In particolare, due caratteristiche sono molto importanti.

In primo luogo, l’oro è un metallo che offre un vantaggio sostanziale: la continuità nel tempo del suo valore. L’offerta di oro, infatti, è limitata. L’industria mineraria, ogni anno, è in grado di estrarre una quantità circoscritta di metallo giallo. Ciò ha delle ripercussioni sul suo valore, che permane con effetti di inflazione di dimensioni irrisorie.

In secondo luogo, esso presenta un alto grado di commerciabilità. Gli economisti moderni direbbero che esso è facilmente liquidabile. Ciò trova pieno riscontro nelle dinamiche di acquisto e vendita di oro fisico da investimento: chi possiede una Sterlina Oro Elisabetta II, un Krugerrand Sudafricano oppure un Marengo Italiano non ha assolutamente problemi a liquidarlo per esigenze di cassa. È sufficiente, infatti, rivolgersi a un OPO (Operatore Professionale Oro).

La storia ci insegna che diverse merci hanno posseduto queste caratteristiche: sale, pietre, conchiglie, bestiame…

Tuttavia, l’oro fisico si è dimostrato una forma di denaro in possesso di queste proprietà con un grado molto superiore rispetto a tutte le altre.

Ed è per questo che su di esse ha prevalso.