L’ORO E IL NUOVO PARADIGMA ECONOMICO

(Questo articolo è tratto da “Gold and the Coming Paradigm Shift” di Duino Schiappapietra –  moderntimesinvestors.com)

 

Tra i più famosi gestori finanziari, Ray Dalio occupa senza dubbio un posto di grande rilievo. Oltre ad essere il fondatore di uno degli hedge fund di maggior successo al mondo (Bridgewater Associates), condivide costantemente i suoi punti di vista sui social network in modo che altre persone possano imparare e trarre vantaggio dalle sue esperienze.

Oltre ad essere una grande fonte di ispirazione, questi contenuti presentano spunti di ragionamento e approfondimento di grande valore per gli investitori di ogni categoria.

In un articolo pubblicato di recente, dal titolo Paradigm Shift, viene svolta un’analisi completa dei cicli economici, delle cause e degli effetti e del loro susseguirsi nel tempo.

Nell’articolo, che consiglio vivamente di leggere, Dalio evidenzia come sia possibile osservare periodi di circa 10 anni, da lui chiamati paradigmi, in cui l’economia e i mercati operano secondo certe dinamiche.

Un fattore che accomuna questi periodi, è la tendenza degli operatori di proiettare l’attuale scenario per gli anni futuri, aspettandosi quindi una prosecuzione delle dinamiche in atto. La storia mostra un’opinione molto chiara riguardo a questo aspetto: non succede (quasi) mai.

Come risultato degli squilibri creati durante un decennio, in seguito al cambio di paradigma accade che i mercati operino in modo opposto al paradigma precedente.

Sebbene nessuno sia in grado di prevedere con precisione i mercati finanziari, l’analisi dei paradigmi passati e quella attuale possono offrire interessanti punti di vista per navigare con successo nell’ambiente economico a lungo termine.

Passando brevemente in rassegna il susseguirsi dei paradigmi nell’ultimo secolo ha portato alla luce quasi ogni tipo di scenario economico.

Dalla crescita economica, la depressione degli anni 30, interessi a 0% e svalutazioni della moneta, la seconda guerra mondiale, la ripresa, i problemi di deficit ed il crollo del sistema monetario di Bretton Woods e la successiva stagflazione, ad una nuova ripresa della crescita e dell’inflazione, la bolla tecnologica, la bolla del debito e il crash del 2008, il taglio dei tassi di interesse e il quantitative easing.

Ciò dovrebbe darci un’idea circa il fatto che, empiricamente, in economia la stabilità o l’equilibrio non esistono e che una data situazione non dura tanto quanto ci si potrebbe augurare.

In quale paradigma ci troviamo oggi e cosa possiamo aspettarci per gli anni futuri?

Ray Dalio fornisce una risposta molto dettagliata e descrive uno scenario che non ha nulla a che vedere con la situazione economica attuale.

 

Il Prossimo Paradigma

Dal 2009 ad oggi, il paradigma economico è stato caratterizzato dalle seguenti situazioni:

  • Le più grandi ed importanti banche centrali hanno tagliato i tassi di interesse e svolto operazioni di quantitative easing. Queste misure sono state utili a contrastare i postumi del rallentamento economico del 2008-2009, permettendo una crescita in cui l’espansione monetaria è stata uno dei maggiori driver. Nel contempo, questo uso in maniera insostenibile della politica monetaria ha causato l’aumento vertiginoso del debito per governi, imprese e consumatori.
    Data la quantità di debito e le prime incertezza circa la crescita economica, le banche hanno poca scelta se non quella di ridurre i tassi (sempre che non vogliano essere ritenute responsabili di una crisi).
    Rispetto al 2008 la situazione di partenza questa volta è diversa, i tassi sono già bassi, una volta portati a zero potremmo vedere altre forme di allentamento come il deprezzamento della valuta e la monetizzazione del debito pubblico, con chiari effetti sull’economia, sull’inflazione e sulle riserve di valore come l’oro (argomento che verrà approfondito nel prossimo paragrafo).
  • L’accesso facile al credito dovuto alle politiche monetarie espansive ha portato ad un’ondata di buybacks, fusioni, acquisizioni e investimenti in private equity e venture capital. Tali operazioni hanno spinto verso l’alto le azioni e altri prezzi delle attività, riducendone i rendimenti futuri.
  • Vi è stato un aumento significativo dei margini di profitto grazie ai progressi dell’automazione e della globalizzazione che hanno ridotto i costi del lavoro. Anche se può sembrare eccezionale, è improbabile che questo tasso di crescita del margine di profitto sia sostenuto negli anni a venire.
  • L’ultima spinta al mercato azionario ha origine nei tagli alle tasse. Se è pur vero che hanno contribuito ad aumentare i prezzi delle azioni a breve termine, sono una misura che non sarà sostenuta nel corso degli anni (inoltre, adottando una prospettiva storica, l’aliquota di imposta sulle società era più elevata, cosa che potrebbe facilmente accadere se i democratici acquisissero più potere in America)

Nel complesso, la performance delle attività finanziarie ha aumentato il divario di ricchezza. Coloro che detenevano attività finanziarie hanno aumentato la loro ricchezza, mentre quelli che non ne possedevano hanno visto una diminuzione dei salari e crescenti incertezze. Come nel decennio degli anni ’30, questa tendenza sta creando un sentimento politico anticapitalista che chiede che le decisioni di politica economica portino a maggiori benefici per coloro che non sono a diretto contatto con i mercati finanziari.

I tassi di rendimento futuri sono diminuiti e questo è un altro enorme problema. I tassi di interesse in calo causano un aumento del valore attuale netto delle attività, creando l’illusione di buoni rendimenti, mentre sono soltanto rendimenti futuri portati ad oggi dalla loro attualizzazione con tassi inferiori. Il risultato è che i rendimenti futuri saranno effettivamente inferiori, e con minori rendimenti occorrerà trovare una soluzione al finanziamento dell’ammontare di passività che abbiamo nell’economia odierna.

L’elemento essenziale per comprendere il futuro dell’economia e della politica monetaria è il debito.

Ciò che è accaduto nel corso degli ultimi anni ha generato un’incredibile quantità di debito che coinvolge tutte le tipologie di operatori economici. Per quanto sgradevole, questa situazione prima o poi va affrontata, è solo una questione di tempo.

A causa dell’enorme quantità di debito presente nell’economia, è probabile che le banche centrali abbiano difficoltà a contrastare un’economia sfavorevole con misure tradizionali.

La domanda quindi è la seguente: qual è il modo più semplice per ridurre l’onere del debito senza aumentare i tassi, che porterebbero ad un rallentamento dell’economia e ad una recessione?

 

Scenari per l’Oro

Dopo la fine del sistema monetario di Bretton Woods nel 1971, ogni legame con l’oro fu sospeso e il mondo entrò in un sistema monetario di valute 100% FIAT.

Da allora, le banche centrali di tutto il mondo possono creare tutta la “moneta” che vogliono, ed è proprio quello che stano facendo al giorno d’oggi.

Oggi i tassi di interesse sono a livelli molto bassi e le banche centrali stanno già facendo tutto il possibile per evitare una recessione. Probabilmente durante la prossima recessione tagliare i tassi non sarà sufficiente.

Parlando del futuro della politica monetaria, Ray Dalio ha affermato che:

Per me, sembra ovvio che loro (banche centrali) debbano aiutare i debitori rispetto ai creditori. Allo stesso tempo, mi sembra che le forze di allentamento dietro questo paradigma (cioè i tagli dei tassi di interesse e quantitative easing) avranno effetti decrescenti. Per questi motivi, credo che le monetizzazioni del debito e le svalutazioni della moneta alla fine aumenteranno, il che ridurrà il valore del denaro e dei rendimenti reali per i creditori e testerà fino a che punto i creditori lasceranno andare le banche centrali nel fornire rendimenti reali negativi prima di passare ad altre attività.

Dalio ha inoltre affermato che:

Non vi è alcun limite alla capacità delle banche centrali di mantenere bassi i tassi di interesse nominali e reali attraverso i loro acquisti inondando il mondo con più denaro. In questo scenario sono i creditori che soffrono i minori rendimenti.
Le obbligazioni sono un credito su una determinata quantità di denaro, è probabile che i governi continuino a stampare denaro per pagare i propri debiti con del denaro svalutato. Questo è il modo più semplice e meno controverso per ridurre gli oneri del debito e senza aumentare le tasse.

Quale tipologia di investimenti si comporteranno bene in un contesto di deflazione, con grandi passività che giungeranno a scadenza e un aumento dei conflitti tra le classi sociali?

La risposta secondo Ray Dalio è la seguente:

    … quelli che molto probabilmente faranno meglio saranno quelli che fanno bene quando il valore del denaro viene deprezzato e i conflitti nazionali e internazionali sono significativi, come l’oro.

La cosa curiosa è che la maggior parte degli investitori è sotto-pesata in tali attività, con un portafoglio che potrebbe non essere realmente diversificato.

Vi sono tutti i motivi per pensare che durante la prossima recessione vedremo un ampio uso della politica monetaria nel tentativo di stimolare l’economia.

Per decenni il debito è stato utilizzato per stimolare l’economia ed è diventato uno dei motori di questa crescita economica. Nel processo di riduzione dell’onere del debito, le banche centrali sacrificheranno le valute.

Conviene essere preparati per questo genere di mossa da parte delle banche centrali.

Di fatto, il possesso di oro nel proprio portafoglio si configura come una copertura contro la politica monetaria.

Oltre ad essere un bene rifugio e una riserva di valore in sé, non può essere svalutato dalla politica monetaria delle banche centrali. Sebbene l’oro fisico non sia un’attività che genera reddito, ha molto senso avere dell’oro nel proprio portafoglio.

Questo è il grafico del prezzo dell’oro negli ultimi due decenni:

Gold Fixing Price, 2000–2019. Fonte: FRED

Se nel 2000, con l’oro a $280, qualcuno avesse detto che avrebbe raggiunto $1,500 nel giro di un decennio, quel qualcuno sarebbe stato facilmente chiamato pazzo.

L’oro ha raggiunto un massimo di $1,826 nell’agosto 2011.

In questo momento, con l’oro intorno ai $ 1.520, considerando i livelli di debito, la fragilità generale del sistema, le valutazioni elevate in borsa, il fatto che siamo alla fine del ciclo economico con tassi di interesse molto bassi e tenendo conto di come le banche centrali sono praticamente costrette ad agire durante la prossima crisi, non sarei sorpreso di fronte ad un aumento di 5 volte del prezzo dell’oro nel prossimo decennio.

Ciò che mi convince di questo punto di vista è che l’oro, in quanto investimento e riserva di valore, è come se avesse una garanzia da parte delle banche centrali: devono fare qualcosa per stimolare l’economia nel prossimo crollo di mercato. Questo è fondamentalmente ciò che hanno fatto negli ultimi due decenni o più.

E durante il prossimo crollo di mercato, questa spinta andrà ben oltre i tassi di interesse a zero.

Vorrei concludere con il commento di Dalio sull’oro:

Credo che sarebbe sia una riduzione del rischio che un aumento del rendimento considerare l’aggiunta di oro al proprio portafoglio. Presto invierò una spiegazione del perché ritengo che l’oro sia un efficace elemento di diversificazione del portafoglio.

Il costo delle coperture, come l’oro in questo caso, tende ad essere più basso e di maggior valore proprio quando la maggior parte degli investitori è concentrata altrove.

Ogni investitore intraprende le proprie scelte in base alle sue conoscenze, obiettivi e necessità. Tuttavia, ritengo che valga la pena di prestare molta attenzione al punto di vista di un investitore che batte regolarmente il mercato da decine di anni.

(Questo articolo è tratto da “Gold and the Coming Paradigm Shift” di Duino Schiappapietra –  moderntimesinvestors.com)