Patrimoniale o prestito forzoso? E ora….Oro!

Nel contesto politico post elezioni europee sta emergendo una crescente attenzione verso le dinamiche future di gestione del debito e deficit pubblico Italiano.

La vittoria di partiti che si scontrano con i dictat Europei di contenimento della spesa pubblica stanno creando un contesto in cui il risparmio degli italiani è ancora una volta al centro del braccio di ferro.

Nella lettera inviata il 29 maggio dalla Commissione Europea è chiara l’intenzione di porre molta attenzione sulla situazione del debito pubblico italiano e sulla sua gestione.

Sulla base dei dati notificati, la Commissione Europea, sostiene nelle lettera che l’Italia non ha effettuato progressi soddisfacenti per il rispetto dei paletti sul debito alla base dei vincoli Europei.

Quali sono i possibili scenari che si possono prospettare?

Per poter proseguire con un incremento del deficit per sostenere gli interventi politici a supporto delle promesse elettorali, flat tax e reddito di cittadinanza in primis, quali alternative ha il governo? Cosa può proporre la Commissione Europea?

Le soluzioni possono essere differenti. Si è più volte sentito di un’utilizzo dei risparmi, una sorta di prestito forzoso, per finanziare la maggior spesa pubblica e parte del debito pregresso.

Già il Sole24Ore in un articolo di ottobre 2018 segnalava questa volontà proposta dalla Bundesbank Tedesca. “Un fondo “salva-Stato” tutto italiano, finanziato con il risparmio degli italiani attraverso speciali titoli di Stato di solidarietà sottoscritti forzatamente dai risparmiatori nella misura del 20% del proprio patrimonio netto”.

In alternativa altri esponenti delle istituzioni, tra cui la BCE, potrebbe essere una patrimoniale come riporta il Corriere della Sera in un’intervista al Governatore della Banca d’Olanda e membro del board BCE.

Ancora oggi è vivo negli italiano il ricordo della patrimoniale del Governo Amato nel 1992 con il relativo prelievo forzoso.

Durante il suo governo il Presidente Amato nella notte tra il 9 ed il 10 luglio 1992 operò un prelievo forzoso ed improvviso del 6 per mille su tutti depositi bancari.

Prelievo che all’epoca fruttò 11.500 miliardi di lire per cercare di mitigare il collasso monetario della Lira Italiana in seguito ad una spirale debitoria con relativa crisi valutaria.

Dal 1980 ad oggi in Italia l’aumento del gettito da imposte patrimoniali è stato pari al 400 per cento, a fronte di una crescita del 90% dell’inflazione.

Lo Stato ci “invita” a dare un sostegno per porre fine o quanto meno per diminuire il deficit creato, riproponendo una patrimoniale velata.

In questo contesto sempre più instabile, il timore dei cittadini è di dover immolare i propri risparmi per la causa di Stato al fine di risanare il debito e permettere eventualmente anche ulteriori politiche in continuo deficit.

Come salvaguardare i risparmi liquidi dai rischi di un sistema dipendente da un debito poco sostenibile?

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Una delle caratteristiche principali del metallo giallo è essere riserva di valore senza alcun rischio di controparte.

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