INIZIO ANNO LUCCICANTE PER L’ORO FISICO

Le performance dell’oro nel primo mese del 2019 sono state del 3,5%. Il 2018 aveva chiuso con l’oro in Euro a 1.115 €/oncia mentre nell’ultima seduta di gennaio ha toccato i 1.155 €/oncia. Un inizio anno così performante per il metallo giallo non si vedeva dal 2016. Nel primo semestre di quell’anno l’oro registrò una performance di circa il 30%.

A cosa è dovuta questa crescita dell’oro? I fattori sono molteplici. È necessario segnalare sin da subito che i guadagni non sono stati solo per gli investitori in Euro, ma anche in Dollari e, dato molto importante, anche contro il Franco Svizzero per un 4,5%. Generalmente quando c’è una corsa ai beni rifugio per paure sistemiche si evidenzia un rendimento positivo dell’oro contro tutti i cross valutari, il cross con i minori rendimenti dell’oro in questi casi è contro il Franco Svizzero. Così non è stato. Anzi il rendimento contro il CHF è stato anche maggiore. Questo ci induce a pensare come il movimento non possa essere letto come una semplice e temporanea corsa ai beni rifugio. Altrimenti il Franco Svizzero, altro asset rifugio, non avrebbe performato peggio dell’Euro o del Dollaro.

Questo movimento di inizio anno esprime diverse componenti, la più importante sembra essere il ritornato appetito degli investitori, in primis Europei.

Ma non è solo questo il dato che deve portare a ragionare sui fondamentali di crescita dell’oro fisico.

Anche la sua funzione di asset monetario e riserva strategica delle principali Banche Centrali del Mondo, in particolare ad Est, sembra stia ritornando a dettare i driver di crescita dei prezzi.
Le banche centrali hanno aumentato le proprie riserve di 651,5 tonnellate nel 2018. Il secondo aumento totale annuo più alto mai registrato nella storia moderna. Gli acquisti netti delle Banche Centrali sono balzati ai massimi dalla fine della convertibilità del dollaro USA in oro nel 1971, dettata da Nixon per finanziare le spese in deficit. Questo dato è importantissimo. L’oro sta ritornando a ricoprire un ruolo fondamentale come asset monetario.

L’istituzione internazionale più importante nel settore dell’oro fisico, il World Gold Council, ha rilasciato le analisi sui numeri dell’ultimo trimestre 2018. Gli asset under management (AUM) degli ETF in Europa continuano ad infrangere i massimi storici dalla loro introduzione: a dicembre 2018 il totale della massa gestita in oro dagli ETF Europei è di circa 1.100 Tonnellate di Oro.

La fame di oro degli investitori Europei è confermata da un massivo flusso in entrata nell’ultimo trimestre: 40 Tonnellate. Un dato record

Dati alla mano, dai minimi del terzo trimestre 2018, l’oro fisico in Euro ad oggi ha realizzato una performance maggiore del 13%. Il ritorno dell’oro nei portafogli degli investitori e negli asset delle Banche Centrali racchiude un potenziale enorme per il suo apprezzamento. La capitalizzazione di mercato attuale dell’oro rispetto alla base monetaria mondiale è di circa un 8%. Nel 1971, prima della fine della convertibilità del Dollaro in Oro era del 70%. Un ritorno dell’oro alla sua naturale funzione di asset monetario è un dato fondamentale che ogni analista dovrebbe avere ben presente nell’elaborazione delle analisi di prezzo.

Il ritorno dell’oro come asset monetario pone necessariamente gli investitori e risparmiatori italiani di fronte all’evidenza che possedere oro fisico è oramai necessario per diversificare la propria liquidità. Se tutte le banche centrali stanno ritornando a posizionarsi sull’oro, perchè un risparmiatore non dovrebbe farlo? Oro fisico, la vera alternativa alla liquidità.