Oro: una riserva per l’incertezza

incertezza del risparmio

In questa epoca di debiti pubblici fuori controllo, sistemi pensionistici insostenibili ed episodi di risparmio tradito è necessario, per ogni singolo risparmiatore che ha a cuore il proprio futuro, agire responsabilmente.

Essere responsabili del proprio risparmio vuol dire non solo rispettare il proprio lavoro ma costruirsi una “Riserva” futura in grado di garantire il sostentamento o la realizzazione degli obiettivi traslati nel tempo. Risparmio oggi per soddisfare una esigenza futura. Risparmio per diminuire l’incertezza legata al futuro. Possedere risparmi nella forma di “Riserva” rende le persone più sicure permettendogli di possedere alcune certezze di base, ergo si riducono le incertezze.

Che tipo di “Riserva” si dovrebbe tenere? Quali sono le qualità che rendono un asset adatto per essere considerato una “Riserva”? In genere, le società e le persone detengono riserve in denaro cartaceo e depositi bancari o altri sostituti del denaro come lo sono i titoli di Stato. La nostra visione è molto diversa.

Buona parte delle Riserve di capitale dovrebbero essere detenute in oro. Oltre ad essere molto liquido, solo l’oro fisico, a nostro avviso, possiede tutti e tre i criteri che sono la condizione necessaria e sufficiente per essere una “Riserva”: (i) scarsità, (ii) stabilità e (iii) indipendenza.

Scarsità

I soldi di oggi, cioè le valute legali a corso forzoso, non superano la prova della scarsità. Non possono essere utilizzati come asset da detenere immobilizzati nel lungo termine. Sono soggetti ad uno svilimento quotidiano. L’obiettivo stesso delle politiche delle Banche Centrali è di aumentare costantemente l’offerta di moneta. Gli effetti possono non essere visibili da un giorno all’altro, ma resta il fatto che tali politiche ridurranno costantemente il valore del denaro in nostro possesso o depositato sui conti correnti bancari. L’effetto composto di un’inflazione di base del tre percento annuo riduce il potere d’acquisto di un terzo in un arco temporale di 15 anni. I contanti sono perfetti per oggi, per un arco di tempo di sei mesi da oggi oppure entro il prossimo anno. Detenerli per un periodo superiore non è invece una scelta razionale. Questi soldi potrebbero perdere moltissimo potere d’acquisto.

L’oro invece è scarso. Trovare, estrarre e raffinare comporta un costo considerevole. Non può essere prodotto dal nulla. Non può essere aumentato indiscriminatamente. Rispetto alle valute di carta, è davvero scarso.

Stabilità

In merito alla caratteristica della stabilità, è chiaro che le riserve liquide nella forma di depositi bancari od obbligazioni governative non sono all’altezza di questo aggettivo. Questi non sono veri asset stabili. Sono passività, promesse di pagamento. Sotto il sistema odierno di riserva frazionaria, tutte le banche commerciali sono tecnicamente insolventi. La bancarotta è matematica qualora tutti i depositanti ritirino tutti i soldi nello stesso momento. Il sistema bancario a riserva frazionaria è il motivo per il quale le banche commerciali sono così vulnerabili al ciclo economico ed alle cattive notizie e debbano quindi fare affidamento sulle banche centrali per essere salvate. Ciò significa che i depositi in denaro presso le banche hanno un considerevole rischio di controparte, ossia la responsabilità della banca di essere in grado di restituirvi il denaro. Il denaro in una banca, come deposito, non supera il test della stabilità. Le riserve depositate come denaro nelle banche hanno stabilità a lungo termine solo se ci fidiamo delle banche commerciali e dell’intero sistema finanziario. È richiesta fiducia.

Lo stesso concetto vale per i titoli di Stato, i “commercial paper” o altre passività cartolarizzate assimilate a strumenti monetari. Hanno valore solo in funzione della fiducia che si dà alla capacità degli emittenti di rimborsare il debito. Se gli Stati falliscono, il Debito Pubblico perde istantaneamente il suo valore.

Dal nostro punto di vista, entrambi, i depositi bancari e altri sostituti del denaro come i Titoli di Stato, sono solo promesse di ripagare il debito, ma non sono beni reali, non sono attività e conseguentemente non sono idonei per essere considerati “Riserve”.

Lo stesso non può dirsi per l’oro. Questa asset class, se detenuta in forma fisica e non cartacea, non ha alcun rischio di controparte. È un bene di per sé. Non è una rivendicazione per qualcos’altro, una promessa di ricevere qualcosa o dipendente da una responsabilità altrui di adempiere ad un contratto. L’oro non perisce, sopporta crisi finanziarie, politiche, instabilità ed è l’assicurazione contro una stampa sfrenata di denaro dal nulla da parte delle Banche Centrali. Tutte queste qualità riflettono la caratteristica fondamentale dell’oro: la stabilità. La storia ci insegna come possiamo fidarci dell’oro nel lungo termine. Non può sparire, avrà sempre un valore per gli attori economici e per le persone.

Indipendenza

Per quanto riguarda la caratteristica dell’indipendenza, il valore delle attività finanziarie utilizzate come riserve, es. depositi bancari – titoli di Stato o assimilabili, è direttamente dipendente dalle politiche delle Banche Centrali. Dare valore e possedere questi strumenti vuol dire essere estremamente dipendenti dalla solvibilità delle banche commerciali e dei Governi. Le riserve così detenete sono legate in maniere indissolubile alla stabilità dell’intero sistema finanziario.

Qualora emergano dei problemi ed uno stress del sistema finanziario, come può essere una crisi economica stile 2007, fallimenti diffusi, instabilità politica, non vi è alcuna garanzia che il Governo di ogni Paese sia in grado di rimborsare il suo debito. Mantenere i propri risparmi o le riserve in una valuta FIAT, a corso legale, espone ognuno ad essere completamente dipendente dalle Istituzioni e da eventi sui quali non può avere il pieno controllo. Nelle situazioni più critiche non può fare nulla se non assistere, inerme e passivo, di fronte alle soluzioni e imposizioni prese dalle Istituzioni sul risparmio di ogni persona.

Conoscendo le tendenze inflazionistiche delle Banche Centrali, l’instabilità dell’attuale sistema finanziario e le politiche di spesa insostenibile attuate dai Governi, essere dipendere da questi fattori essenzialmente contraddice lo scopo ultimo del possedere “riserve”.

Al contrario, l’oro fisico offre piena indipendenza. È indipendente dalle azioni delle Banche Centrali, da eventuali crack del sistema finanziario o dal default di Paesi impossibilitati nel rimborsare i loro debiti. Il valore dell’oro rispetto alle valute Fiat può persino aumentare in tali circostanze. Il prezzo sarà spinto dalla domanda di molti individui che esigono in quel momento un bene “vero” di riserva: tangibile, stabile e indipendente.

Queste sono le ragioni per cui è necessario allocare parte delle proprie “riserve” in oro fisico.

Possedere le riserve in oro fisico è da ritenere oggettivamente una buona policy di investimento.

Nonostante le riserve in oro ci offrano la massima indipendenza dalle disgrazie dell’attuale sistema finanziario, l’oro in sé non è un vero e proprio investimento. Chi lo possiede non ricava interessi o dividendi. L’oro si apprezza sempre sistematicamente contro le valute legali continuamente inflazionate. In ogni caso non si può di preciso sapere quanto e quando si apprezzerà. Nessuno conosce veramente quale sarà il prezzo dell’oro tra un anno, due o dieci anni.

Il suo prezzo in termini monetari è più volatile rispetto ai sostituti monetari come la valuta legale. Tale volatilità non riguarda la certezza che il metallo giallo è capace di incarnare. Alcuni detrattori sostengono che non è saggio mantenere “riserve” rinunciando alla possibilità di farle fruttare.

Non si può essere ragionevolmente in accordo con questa affermazione. Detenere denaro nella forma di oro fisico, non può essere considerato improduttivo o imprudente perché il denaro, inteso come bene più commerciabile, permette a ciascun individuo di ridurre la sua incertezza.

La maggior parte della scuola economica mainstream, relativamente al denaro, confonde l’idea di “riserva” con la necessità di “liquidità” cercando di costruire teorie su quale possa essere il livello ottimale di denaro nel sistema.

In un’epoca di tassi di interesse zero e credito disponibile, la misura di liquidità necessaria nel sistema può essere misurata facilmente. La necessità invece di detenere “riserve”, tuttavia, è un argomento molto più ostico. Se non altro perché può essere misurato soggettivamente solo dal proprietario del capitale.

I risparmiatori dovrebbero considerare e ponderare il valore di una “Riserva” rispetto alla certezza che rappresenta. Cercare di guadagnare denaro su tale riserva comprometterebbe lo scopo principale di averla. Volendo mantenere la riserva non in oro ma in denaro cartaceo, a causa della sua liquidità ed accettazione generale, significa detenere un diritto cartaceo che rivendica promesse e debiti basati su un sistema creditizio molto difettoso.

Il valore monetario delle riserve in oro potrebbe salire o scendere a breve termine, ma non lo si deve considerare un rischio. Al contrario, tali riserve in oro, sono una componente saggia e necessaria per detenere qualcosa di scarso, stabile ed indipendente in un mondo dove l’incertezza domina e travolge tutti i calcoli economici.

Possedere risparmio è in definitiva uno strumento per ridurre l’incertezza di ognuno. Una riduzione integrale dell’incertezza significa non esporsi a rischi. La sola razionale soluzione è affidarsi a riserve con caratteristiche di scarsità, stabilità e indipendenza. Come l’oro.