DEMONI , MALEFICI E L’ORO

Il demone del rendimento, il maleficio della rendita e la certezza dell’ oro

La prevalenza delle rendite sulla produzione è un vizio presente nell’economia italiana sin dagli anni ’70:

· rendite pensionistiche (pensioni d’oro, pensioni baby, cumulo di pensioni)

· rendite finanziarie (i bot-people degli anni ’80)

· rendite di occupazione (esito delle privatizzazioni selvagge che hanno tramutato monopoli naturali e dunque pubblici in aberranti monopoli privati).

Le rendite, come un maleficio che crea una illusione di ricchezza, ma di ricchezza fittizia, hanno annichilito la produzione, relegando l’Italia ai margini dei paesi industrializzati.

Nell’epoca dell’Euro un nuovo demone, la ricerca parossistica di rendimenti, ha aggravato la situazione: l’economia reale, incapace di competere con i rendimenti offerti da prodotti finanziari sempre più contorti ed illeggibili, avviamenti da fusione, raggruppamenti azionari e spin-off e altre stregonerie finanziarie, si è ritirata.

Si è infine generato un diabolico contrappasso: non solo i tassi di rendimento si sono azzerati, o sono divenuti addirittura negativi per investimenti considerati “a basso rischio”, ma tra crolli e bail-in, sono ora gli stessi patrimoni a rischiare il collasso.

Con oltre 7 anni di recessione il sistema bancario si è molto indebolito. Con le nuove regole europee, entrate in vigore all’inizio dell’anno in corso, il sistema ha ricevuto un colpo di grazia.

Le nuove norme prescrivono che, in caso di salvataggio, il capitale azionario, quello obbligazionario ed i conti correnti (sopra i 100.000 Euro) debbano essere azzerati.

Attualmente nel mirino di migliaia di risparmiatori le 4 banche italiane che hanno di fatto perso quanto investito in obbligazioni.

Questo provvedimento, denominato “ bail-in”, è stato varato per assicurare il tempestivo controllo sullo stato di salute delle banche, arrivato comunque in notevole ritardo, dopo decenni di libera finanza, senza i dovuti e necessari controlli.

Un brusco risveglio dei correntisti che hanno constatato un crollo dei titoli bancari ed una fuga della liquidità, dai conti più importanti, in quanto si ha il timore di nuovi probabili “bail-in” in arrivo.

Una tempesta perfetta che potrebbe però peggiorare a breve, vista la situazione patrimoniale di numerosi Istituti di credito italiani.

Purtroppo un problema complesso che riteniamo non sia ancora esploso nella sua grandezza. Inoltre una certa indifferenza da parte di molti risparmiatori in una logica ”…ma si, vedremo, non succederà nulla, alla mia Banca tantomeno al sistema creditizio, Il mio direttore mi ha tranquillizzato, mi fido….. ci mancherebbe!”.

Secondo l’Ufficio Studi di Mediobanca dal 2008 per salvataggi alle Banche, in tutto il mondo, sono stati spesi oltre….. 4.600 miliardi di Euro! Risultato?

Lungi dal fare terrorismo mediatico, ma i demoni ed i malefici sono sempre dietro l’angolo.

CHE FARE?

Ci dobbiamo ripetere. Il risparmiatore dovrebbe esaminare la propria posizione e prima di considerare eventuali utili dovrebbe considerare i possibili rischi.

Molte volte però un risparmio “ fai da te”.

Secondo la Consob per il 10% il risparmiatore dichiara di decidere in autonomia, il 30% in accordo con la famiglia ed i rimanenti tramite suggerimenti del proprio Istituto bancario o di un promotore finanziario.

Riteniamo che il risparmiatore debba mantenere un ruolo di leadrship nelle sue decisioni, con un controllo costante sul patrimonio e di acquisire sempre notizie sugli andamenti dei mercati finanziari.

Se si pensa che i sistemi bancari siano perfetti, ottimi i rendimenti, la borsa sempre in positivo e nessun rischio all’orizzonte, allora tutto OK, si può dormire tranquilli.

Ma se…..

ci soffermassimo razionalmente, ci ponessimo dei dubbi o meglio valutassimo quanto sta succedendo nella finanza e nell’ economia globale (crisi in Brasile, i guai della Russia, l’indebolimento dell’economia Cinese, le problematiche dell’Euro, i crolli delle borse, la minaccia terroristica ed altro), dovremmo fare un punto più concreto della nostra situazione finanziaria (nel merito evidenziamo però che la Cina ha aumentato le importazioni d’oro, ai massimi da oltre 2 anni).

Le attuali turbolenze sugli accordi di Schenghen (sospensione per 2 anni in alcuni paesi comunitari) che, se non rispettati a lungo, potrebbero indebolire o addirittura mettere in discussione addirittura il futuro dell’Euro, ovvero la fine dell’Europa unita.

Vero è che l’Europa non può accogliere tutti i rifugiati, altrimenti le sue società ne sarebbero totalmente destabilizzate, ma se passa l’idea che è incapace di proteggere le sue frontiere il sogno Europa potrebbe velocemente svanire.

I collanti che tengono attualmente unita l’Europa sono solo due: l’Euro e Schengen.

Ci sono dati allarmanti: 1,83 milioni di rifugiati nel 2015 hanno varcato la frontiera europea; i flussi non si fermeranno e l’Europa non riesce ancora a fare quadrato per una razionale gestione dei rifugiati. Per esigenze economiche di costi, si è ventilata la possibilità di un “Euro-tassa” e di un costoso piano Marshall per risolvere parte del problema ”in loco”, oltre alle esose richieste turche (oltre 3 miliardi di Euro).

Un’Europa di fatto sgovernata, con danni futuri incalcolabili all’economia comunitaria e con la eventuale, ma di fatto già in corso in vari paesi, sospensione della libera circolazione (accordi di Schengen, firmati il 14/6/85 ed applicati in data 19/6/1990).

Un occhio anche oltre oceano, dove la Federal Reserve dovrebbe iniziare a breve a rialzare i tassi d’interesse, destabilizzando ulteriormente i mercati finanziari, in particolar modo quelli emergenti.

La volatilità continuerà a dominare i mercati finanziari continuando a turbare il sonno dei risparmiatori. Diversificare però un portafoglio significa gestirlo meglio.

Finita la prospettiva di denaro facile e degli alti rendimenti, gli investitori dovrebbero riattivare la percezione del rischio. Attenzione alla forte crescita dell’indebitamento ed all’uso disinvolto delle politiche monetarie non convenzionali. Un comportamento delle Banche centrali (….la sola FED ha stampato oltre 4 mila miliardi di dollari) come negli anni che precedettero la grande recessione del 1929.

Carta, sempre carta.

Da tempo ci esprimiamo con un “…….la finanza globale gioca sempre e solo a Monopoli!”.

Diversa l’attuale situazione delle quotazioni dell’oro. In coincidenza d’avvio anno, disastroso per le borse, l’oro è tornato a brillare con quotazioni in continuo progresso e si conferma il solo asset alternativo.

I mercati finanziari sono imprevedibili, ma l’orientamento, anche se improntato alla prudenza, dovrebbe nel 2016 premiare il metallo giallo. Riteniamo che anche l’oro-carta, ovvero l’oro finanziario da parte degli Etf, contribuirà ad una risalita.

Dall’inizio anno l’indice MOM ha già superato il 3%. Una riflessione è dovuta.

ALLORA CHE FARE?

Quale è la sola ricetta per scacciare i demoni e difenderci dai malefici?

Lasciamo ai lettori di questo nostro report la…… facile risposta.