Con il bail-in si risica e……. non si rosica, ed altro

Nel generale silenzio dei media, si è abbattuta sui risparmiatori la prima applicazione della normativa sul bail-in in Europa: è accaduto in Austria, dove il valore delle obbligazioni subordinate della Heta Asset Resolution Ag, bad bank pubblica nata dal salvataggio della Hypo Alpe-Adria Bank, è stato azzerato, mentre i bond senior hanno subito una sforbiciata del 53,98% e l’estensione delle scadenze al 31 dicembre 2023 (da www.wallstreetitalia.com dell’11 aprile 2016).

E’ indubbio che la normativa sul bail-in ha introdotto, in particolare nel panorama italiano, una discontinuità rilevante rispetto al passato, quando i salvataggi di Stato proteggevano i depositanti dai default degli Istituti di Credito, interpretando in questo modo la norma costituzionale che statuisce la tutela del risparmio (art. 47).

La capacità di assumere e gestire il rischio di un investimento è sempre contestuale: dipende dalla preparazione e dalla quantità di informazioni di cui dispongono gli investitori. In una ipotetica società dove vige la totale trasparenza in cui tutti dispongono di competenze finanziarie elevatissime, è ovvio che ognuno possa badare a se stesso e assumere di conseguenza qualsiasi rischio di investimento in piena consapevolezza. Ma calandosi nella realtà, raramente i risparmiatori hanno competenze sufficienti, e quasi mai dispongono delle informazioni necessarie, perché si tratta di informazioni riservate. Ebbene, chi dispone di queste competenze e di simili informazioni? Le autorità preposte alla vigilanza, che hanno natura pubblica, e per tale ragione, in caso di default, dovrebbe essere lo Stato a tutelare i risparmiatori più esposti.

Con il bail-in si crea invece un cortocircuito: rischiano il proprio patrimonio anche i risparmiatori che non hanno la preparazione sufficiente e, soprattutto, anche coloro che non desiderano rischiare e che avrebbero diritto, in base al principio costituzionale (ormai svuotato di significato), di veder tutelato il proprio risparmio.

E può capitare, di conseguenza, che i risparmiatori vengano colpiti in modo indiscriminato, anche quelli meno propensi al rischio.

Stavolta è toccato ai risparmiatori austriaci. La prossima, chissà.

Da tempo noi di Confinvest denunciamo queste situazioni e consigliamo ai risparmiatori oculate operazioni finanziarie, ovvero interventi di buonsenso. Dall’agenzia Bloomberg rileviamo l’ansia dei mercati rscontrando una pagina Web su notizie e preoccupazioni anche su un altro elemento, ovvero le notizie relative alla Brexit. Uno spazio simile a quello a suo tempo esposto nel merito della Grexit, ovvero l’uscita della Grecia dall’Europa. Riteniamo difficile un Brexit, in quanto di conseguenza ci sarebbe un calo della Borsa di Londra, ma una risicata vittoria della permanenza in Europa sarebbe un pessimo segno per il proseguimento delle politiche europee. Vedremo…!

Inoltre altri elementi preoccupanti tra i quali il non rispetto della regolamentazione Schengen, una deflazione che tanto preoccupa Draghi e lo stampaggio globale di carta (denaro ormai virtuale).

Se poi ci aggiungiamo i problemi derivanti dalle immigrazioni, da nuovi scenari di sofferenza che colpiranno a breve ancora la Grecia e la crescita dei consensi per partiti e formazioni politiche euroscettiche, dovremmo valutare con più attenzione il futuro, in particolar modo il futuro dei risparmi.

Il sistema bancario globale è molto traballante, un gigatesco gioco del Monopoli, che si sorregge ancora in maniera solo virtuale, favorendo di più la finanza che l’economia, ma che potrebbe essere travolto dall’incertezza, ovvero dal nulla, più che dal concreto.

 

Nel precedente report avevamo accennato all’iniziativa cinese per una piattaforma comune con la Russia per il commercio dell’oro e per dare concretezza alla loro moneta, con le riserve di oro fisico accumulate negli ultimi anni. Perché Russia e Cina si affannano in questo settore, denunciando di fatto la manipolazione delle quotazione da parte degli attuali Banche che calcolano il fixing?

In tempi di crisi finanziarie l’oro è preferito come riserva dalle Banche centrali (….quelle oculate!) e quindi è altamente significativo il comportamento di Cina e Russia.

La Cina oltre ad essere il primo produttore mondiale di oro (490 tn solo nel 2015) vanta (…per difetto) un riserva di oro che raggiungerà a breve le 2.000 tn. La Russia circa 1.500 tn.

Ora anche l’America e seguaci dovranno scontrarsi con la realtà. La Cina è il primo creditore del debito pubblico americano (oltre 1.300 miliardi di dollari) e questa è una considerazione da ben valutare.

Nei piccoli asset (….a confronto) dei piccoli o medi investitori, è necessaria la riduzione dei rischi, pertanto in un portafoglio familiare necessita sempre un attivo ultra-difensivo, ovvero l’oro fisico, con una percentuale sul mobiliare posseduto almeno di un buon 20%. Il metallo giallo da gennaio ad oggi è uno degli asset con le performance migliori.

Noi di Confinvest riteniamo possa a breve avere un potenziale di notevole rialzo, anche per le prossime correzioni di mercato a seguito delle indagini che stanno sconvolgendo alcune grandi banche internazionali (Deutsche Bank, Federal Reserve, ecc.) coinvolte nella manipolazione (…al ribasso) delle quotazioni giornaliere dell’oro.

Siamo circondati, dal Grexit, dal Brexig dallo stampaggio di carta, dall’Isis, dai muri austriaci, dai migranti con arrivi sempre più numerosi, da una crescita molto bassa e da banche, non solo italiane, in disastrose situazioni.

Che dobbiamo fare?

Mettiamo i “sacchetti di sabbia” alle finestre o incominciamo con oculatezza a difendere quanto faticosamente accantonato?

E perché non rivolgersi a Confinvest? Con una semplice telefonata o via e-mail, si potranno ottenere dati, notizie e consulenze.

Cosa garantisce Confinvest? Sicuramente tranquillità e…… nottate serene.