ANALISI, LE SCINTILLE, IL FUTURO e L’ORO

In questi giorni stiamo assistendo ad una grande partita di scacchi mondiale.

Molti scenari si stanno aprendo a livello internazionale e molti di questi possono essere letti sotto un unico fil rouge: la ricerca di nuovi equilibri a livello internazionale ,con gli Stati Uniti che cercano di salvare la propria posizione.

Tutto questo è possibile leggerlo anche nel potere internazionale (accettazione) delle monete degli stati coinvolti.

La possibile perdita di status di valuta globale è la minaccia più forte che possa esserci per un paese; questo status permette infatti enormi vantaggi.

Questo è evidente. Per questo molti paesi non pro USA stanno cercando di imporre nel mercato un minore utilizzo del dollaro, indebolendo tantissimo (senza armi) un Paese che sono ormai decenni che ha fatto dell’accettazione della sua moneta la sua forza e potenza economica.

Analizziamo alcuni fatti.

La disintegrazione dell’Iraq è tutt’altro che finita. La situazione potrà peggiorare ulteriormente facendo salire i prezzi del petrolio.

La marcia ISIS-sunnita verso Baghdad è stata temporaneamente rallentata dalla chiamata alle armi sciita, e dall’intervento iraniano sul lato degli sciiti e del governo di al-Maliki.

L’ISIS si sta raggruppando e sta consolidando le sue posizioni. Tutto questo è un preludio a battaglie molto più grandi. L’Iran è già stato risucchiato dal conflitto per supportare al-Maliki.

Siria ed Iraq si sono effettivamente fusi perché i confini sono stati cancellati.

La reazione rilassata degli USA riguardo la situazione in Iraq è facilmente spiegabile con il fatto che Obama ha allacciato un dialogo con l’Iran lo scorso dicembre, quando ha annunciato la possibilità di un accordo sui programmi nucleari dell’Iran e ha rimosso alcune sanzioni economiche.

La politica estera di Obama prevede un ritiro degli Stati Uniti, ma anche lasciarsi dietro dei “poliziotti” regionali che mantengano ordine nei loro quartieri.

L’Iran è il poliziotto preferito da Obama in Medio Oriente, quindi gli Stati Uniti vi fanno affidamento affinché ristabilisca l’ordine in Iraq in modo silenzioso.

La distensione con l’Iran è un tradimento dell’Arabia Saudita.

Sin dal 1974 il dollaro USA è stato sostenuto dai “petrodollari”: gli Stati Uniti si impegnavano a garantire la sicurezza della Casa di Saud ed in cambio i sauditi avrebbero prezzato in dollari il petrolio.

Di conseguenza i paesi del mondo sarebbero stati costretti a detenere riserve in dollari per poter acquistare petrolio.

Ora che gli Stati Uniti stanno rinnegando la loro metà dell’accordo, l’Arabia Saudita può abbandonare i petrodollari. Soprattutto in virtù dei suoi nuovi rapporti energetici con la Cina.

La crisi ucraina è ancora viva. Putin si sta dimostrando paziente, sveglio e concentrato rispetto alla Casa Bianca, che invece è attendista e si distrae facilmente.

Questa crisi non andrà via presto e metterà pressione sui prezzi del petrolio e dell’oro.

La situazione globale somiglia a quella degli anni ’70. La FED si impegnò in politiche di denaro facile nel 1971 e nel 1972, in parte per facilitare la rielezione di Richard Nixon.

L’alta inflazione non emerse subito. Prevalse l’illusione monetaria e ci fu una certa reticenza nel cambiare atteggiamento. Ma una serie di eventi geopolitici nel 1972-1973 portarono ad un embargo ed a prezzi del petrolio nettamente più elevati. Ciò a sua volta fece levitare le aspettative inflazionistiche.

Sin da allora gli economisti hanno accusato lo “shock petrolifero” per l’inflazione degli anni ’70.

Ma una corretta comprensione degli eventi ci dice che è stato il denaro facile ad innescare la miccia e l’embargo del petrolio a far divampare l’incendio.

È necessaria sia la miccia sia la scintilla per avere l’incendio dell’inflazione. Lo stesso vale anche oggi. La FED ed altre banche centrali hanno stampato migliaia di miliardi di dollari, negli ultimi quattro anni.

Finora l’inflazione è stata perlopiù domata. Ma il denaro stampato è solo la miccia; è ancora necessaria una scintilla. Gli eventi in Medio Oriente, l’Ucraina e la crisi incombente in Cina di oggi possono essere quella scintilla.

Il risultato potrebbe essere in realtà il peggiore dei mondi possibili — inflazione più alta e crescita debole, chiamata “stagflazione”. La FED è tra l’incudine ed il martello.

Se la stampante monetaria continua ad andare a pieni giri, l’inflazione guadagnerà forza.

Le problematiche geopolitiche fungeranno da scintilla per l’inflazione che andrà oltre le aspettative della FED. Scoppieranno le bolle immobiliari ed azionarie, le banche si ritroveranno di nuovo in difficoltà e l’ asset più sicuro come l’oro, riprenderà la sua corsa.

Ricordiamoci inoltre che le mosse geopolitiche puntano a diminuire lo status egemone del dollaro. Nuove valute si potranno vedere imporsi nel globo, valute di banche centrali che fanno delle riserve in oro una componente importante dei loro bilanci.

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